Una giovane compagnia per uno dei balletti classici più belli e sognatori di tutti i tempi: è questa la pozione magica del Teatro Carlo Felice di Genova, che in questi giorni porta sul palco La Sylphide, balletto in due atti musicato da Herman Severin Løvenskiold e interpretato dal Ballet de l’Opéra National du Rhin. La compagnia francese, diretta da Bertrand d’At, rappresenta nel capoluogo ligure la storia di Sylphide, fatina alata e leggera quasi incorporea che fa innamorare il contadino James nel giorno delle sue nozze: questi, preso dalla passione, lascia tutto e, istigato dalla strega Madge, cattura l’indifesa fatina con una sciarpa avvelenata, che le fa perdere le ali e ahimè la vita. Una fiaba ambientata in Scozia, sulle Highlands: il primo atto si svolge nella baita di James; il secondo, invece, nella foresta delle silfidi. Balletto assai noto e capostipite della danza romantica, chiamato anche ballet blanc per le sue connotazioni estetiche, La Sylphide è tratta dal libretto di Adolphe Nourrit: presentato per la prima volta all’Opéra de Paris nel 1832 con la coreografia di Filippo Taglioni, venne successivamente ricoreografata da August Bournonville che decise di comporre una versione ad hoc per il Royal Danish Ballet. Una composizione molto delicata danzata al massimo dal Ballet de l’Opéra National du Rhin: compagnia francese di recente formazione, è composta da 33 danzatori permanenti dotati di solida tecnica classica e contemporanea. Tra i balletti presenti nel loro repertorio spicca proprio la storia della piccola fatina, che questa settimana attende tutti gli inguaribili romantici amanti della danza al Teatro Carlo Felice di Genova: un’ottima occasione per ammirare bravissimi danzatori e, perché no, sognare un po’, alla vista di queste delicate movenze.
ORARI
21, 22 e 23 Dicembre, ore 20.30
INFO
Fondazione Teatro Carlo Felice
Passo Eugenio Montale 4
Genova
Tel: +39 010 538 1223
www.carlofelice.it
Valentina Clemente
Nelle foto: i danzatori della compagnia Ballet de l’Opéra National du Rhin
Fotografie di J.L. Tanghe