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Le Danze Standard raccontate dalla maestra Annika Magro.

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Campionessa italiana di danze standard classe A, finalista ai campionati italiani assoluti, due semifinali del mondo WDSF professionisti standard e finalista ai campionati master FIDS, Annika Magro è tra le più apprezzate insegnanti delle cosiddette Danze Standard. Tecnico della Federazione italiana danza sportiva è direttrice dell’ASD Ballroom Evolution nella provincia di Pesaro-Urbino insieme al partner Brigidi Massimo, maestro di ballo Midas.

 

Iniziamo con i primi passi che hai mosso nel mondo del ballo. Che ricordi hai?

Mi sono avvicinata al mondo del ballo con il mio ex fidanzato in una piccola scuola di provincia dove si insegnava il ballo di società. L’amore per la danza sportiva mi è venuta andando ad assistere, come spettatrice, ad una prestigiosa gara di ballo internazionale, la Rimini Open. Lo ricordo ancora come fosse ieri, eppure sono trascorsi quasi vent’anni da quando entrai nel palazzetto per vedere quella gara di danza. L’energia che sprigionavano i ballerini, la musica che riempiva ogni angolo, i vestiti delle dame, l’eleganza dei cavalieri, è tutto un mondo a se’. Solo quando uscii da quel luogo, per me quasi magico, mi resi conto che in quelle ore avevo dimenticato tutto ciò che c’è al di fuori del palazzetto.

Da quando e perché’ hai intrapreso questo stile denominato Danze Standard?

Ho iniziato a ballare circa 20 anni fa. La mia non è stata una scelta. Mi sono trovata a ballare standard perché al mio partner piacevano balli quali il Valzer, il Foxtrot, il Tango, insomma le danze standard e da sala. Non è stato certo un colpo di fulmine ma poi, a forza di ballare, ho cominciato a conoscere sempre meglio, ad apprezzare i pregi e a superare le difficoltà che comporta questo stile di danza. Mi accorgevo, infatti, che per me le danze standard incominciavano piano piano ad entrarmi dentro ad appassionarmi sempre di più. E ancora oggi che insegno varie discipline della danza sportiva l’amore non si affievolisce ma perdura nel tempo.

Cosa rappresenta per te questo modo di ballare?

Questa domanda è facile: 21 grammi di felicità. Quando si balla, soprattutto ad alti livelli, acquisisci negli anni una padronanza di tecnica tale che sembra letteralmente volare in pista. Non c’è sensazione più bella. Ti muovi e riesci a seguire la musicalità con tutto il corpo ad esprimere emozioni e coinvolgere il pubblico. Ti senti in cima al mondo.

Perché è stato possibile rendere un Valzer Viennese o un Tango Argentino stili di danza agonistica?

Tutti i balli che facciamo noi ballerini di standard, ma anche Latino-Americani, erano solo balli praticati nei momenti di svago. Il Valzer veniva ballato dai Reali, il Tango nelle milonghe tra immigrati e Argentini, il Quick Step in America nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, il Valzer Inglese e Slow fox in Inghilterra e così via. Era prima di tutto un’occasione per ritrovarsi e poter socializzare. Negli anni venti del Novecento in Inghilterra, per esempio, nei piccoli club dove gli inglesi si radunavano, ballavano proprio questi balli. Solo con il passar del tempo si è incominciato ad istituire i primi concorsi di danza, per arrivare alle nostre attuali Competizioni di Danze Sportive.

Puoi spiegare quali sono i passi chiave di due balli standard come il Valzer Viennese e il Tango?

Mentre il Valzer Viennese può essere più fluido e scorrevole, con alternanza di volteggi a destra e a sinistra intervallati da linee e cambi di direzione repentini eseguiti su musicalità di brani, il Tango ha due regole che sono il Stop and Drive ossia l’alternanza di movimenti aerobici con quelli anaerobici. Tra i cinque balli standard il Tango è indubbiamente quello più faticoso, che richiede più attenzione nell’esecuzione.

Nell’ambito delle danze standard dove hai raggiunto migliori risultati?

Sicuramente i risultati migliori li ho ottenuti nel professionismo. Ho realizzato uno dei miei obiettivi più importanti che perseguivo e cioè poter partecipare ai Mondiali, soprattutto l’ultimo campionato in Lussemburgo è stato straordinario. E’ stato quello per cui ho dovuto superare più difficoltà per parteciparvi, eppure la mia determinazione è riuscire a farmi partecipare.

Nelle danze standard di coppia come ci si prepara e da dove bisogna partire per incominciare.

Molti si avvicinano alle danze standard iscrivendosi ad una scuola per imparare il ballo sociale. Sta nella bravura dell’insegnante far conoscere, far appassionare l’allievo a questa disciplina. Certamente vedere esibizioni di ballerini non può che aumentare la voglia di ballare. La cosa più difficile non è iniziare il percorso di studio delle danze standard ma provare quotidianamente per ore le coreografie da soli e in coppia. Capisco sia difficile, soprattutto quando gli allenamenti bisogna farli dopo il lavoro, nel weekend. Comunque ogni occasione deve essere buona per i ballerini per confrontarsi ed accrescere le proprie conoscenze.

L’insegnamento di questo genere di danze come viene trasmesso dai maestri?

Dopo tanti anni che studi danze standard e competi acquisisci un bagaglio di esperienze tale che hai tanta voglia di condividere con gli altri. Vorresti con tutto il cuore che tutti potessero provare l’emozione che si prova nel ballare questo genere. Quando riesci a trasmettere la tua passione e vedere che l’allievo riesce a fare quello che tu cerchi di trasmettere sei appagato. Purtroppo in ogni cosa c’è il rovescio della medaglia. E’ molto facile incontrare allievi non così fortemente determinati che alle prime difficoltà mollano. Un insegnante in primis è un ballerino di danza sportiva e sa che non bisogna mai arrendersi, ma perseverare negli obiettivi. Un maestro non si arrendere mai e continua a divulgare la sua passione indipendentemente dalle difficolta che incontra.

Progetti futuri.

Dopo aver accumulato un carico di tecnica e di esperienza, aver gareggiato dappertutto, sento il desiderio di dedicarmi a 360° all’insegnamento, questi sono i miei progetti. Continuare a divulgare la danza sportiva e formare coppie di ballo da portare in competizione.

Sogno nel cassetto.

Portare avanti i miei sogni, vivere della mia passione e cioè la danza, perché il mondo della danza sportiva è stata, è e sarà sempre la mia isola felice.

Massimiliano Raso

                                                                                   www.giornaledelladanza.com

 

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