Eleganza, armonia e fantasia sono le parole chiave della danza di Matteo Panero, un ballerino che ha fatto del Tango argentino la sua vita. Vederlo ai numerosi spettacoli teatrali in coppia con la ballerina Patricia Hilliges, con la quale balla dal 1998, è un’esperienza carica di emozioni. Il tango argentino, del resto, non è solo un ballo: è passione e sofferenza è “ un pensiero triste che si balla”. Ecco cosa ci ha confessato Matteo.
Come hai scoperto la passione per il tango argentino?
Ho iniziato a ballare nel 1995 per puro caso! In quel periodo facevo parte di una compagnia teatrale amatoriale, ma molto intraprendente, e il regista cercava qualcuno disponibile ad imparare il tango perchè voleva fare uno spettacolo su questo tema… io non mi ero proposto, ma mi ci hanno mandato a forza. All’inizio presi la cosa molto in maniera superficiale, ma poi piano piano cambiai idea… dopo due anno lasciai al compagnia teatrale per dedicarmi solo allo studio e alla pratica del tango.
Ricordi i tuoi primi passi tangheri?
Beh sì, come si possono dimenticare: il circolo Dravelli di Torino con il suo teatrino, i miei primi insegnanti Ricardo e Sara, tutto il gruppo di appassionati pionieri del tango! A Torino il tango era sbarcato solo qualche anno prima e in tutta Italia si ballava veramente poco. le milongas erano molto rade e tutti gli appassionati si davano appuntamento in città lontane tra loro centinaia di chilometri. ho dei ricordi bellissimi degli abbracci e della foga nello studiare e apprendere sempre di più, e poi i ricordi di bellissimi incontri fino a quello della mia vita:)…
Il tango argentino è un ballo molto apprezzato in Italia. Ciò è ancora vero?
Confermo, non solo apprezzato, ma amato da tanta gente che continua ad aumentare e ad avvicinarsi.
Perché si tende a chiamarlo tango argentino e non tango e basta?
Direi perchè è nato a Buenos Aires in Argentina, vale lo stesso per il valzer viennese o il son cubano. Oggi è certamente universalmente conosciuto per la sua peculiare cultura che si esprime non solo nel suo ballo, ma anche nella sua musica, non a caso è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità.
In Italia ci sono abbastanza locali dove potersi cimentare con questo genere di danza?
L’italia tutta pullula di “milongas”!!! ed un vero piacere poter ballare anche in piccoli paesi sperduti sull’Appennino! A parte le battute le comunità di tango aumentano e creano sempre nuove occasioni di incontro a vantaggio degli appassionati che possono scegliere. Anche al sud, dove il tango è arrivato un pochino dopo, ci sono tante città tanguere.
Nei tuoi corsi di tango dai la possibilità di lasciare interpretare le sfumature della musica del tango con l’utilizzo di tutto il corpo. Cosa implica questo?
Prima del ballo è nata la musica e da sempre il ballerino interpreta la musica seguendone tutte le sfumature, per farlo a partire dall’abbraccio, parte più importante del ballo, tutto il corpo viene coinvolto sia per muovere passi che per eseguire movimenti lenti sul posto. pratichiamo movimenti facendo molta attenzione alla proposta della musica e l’ascolto del tango è un passaggio imprescindibile per la sua interpretazione.
Hai una ballerina con la quale balli da tempo. Ne vuoi parlare?
La mia compagna Patricia Hilliges è anche la mia ballerina (sarebbe meglio dire che io sono il suo ballerino!) con cui ballo dal 1998 e con cui divido la mia vita e tutta la grande passione per il tango. Ci siamo conosciuti in una notte di tango a Venezia e non ci siamo più lasciati… una persona meravigliosa, molto sensibile e molto “tanguera”, nel senso che ha fatto della cultura del tango la sua filosofia di vita: lei ama ballare e stare alla milonga, ascoltare la musica… Tanto per darti una misura Patricia nel 1993 a Bologna fermava l’auto in un incrocio dove poteva sintonizzare la radio su una stazione locale per ascoltare una trasmissione di tango! Poi dopo un anno di ascolto si è decisa a cercare una scuola per imparare.
Come vedresti la tua vita senza il tango argentino?
Io ho lavorato per 10 anni come grafico, un lavoro per il quale ho studiato e che mi ha dato molte soddisfazioni, ma non cambierei il mio lavoro con un altro. continuo a fare il grafico e a coltivare la mia passione per il design, l’arte e la fotografia, ma ballare ed insegnare tango è la mia passione.
C’è ancora spazio in Italia per continuare, attraverso le nuove generazioni, a ballare tango argentino?
È il mio augurio per il tango e per tutti coloro che potranno godere della magia che questo ballo con la sua musica ci regala.
Massimiliano Raso