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Medicina e Danza Estate – Il “ginocchio del saltatore” ovvero il sovraccarico del tendine rotuleo

 

Il tendine rotuleo rappresenta il tendine terminale del muscolo quadricipite, il grande muscolo situato sulla faccia anteriore della coscia che permette al ginocchio di estendersi, formato dall’unione di quattro ventri muscolari (retto femorale, vasto mediale, vasto laterale e vasto intermedio). È un tendine robusto e largo, che rappresenta la continuazione naturale del tendine del quadricipite dopo che questo ha ricoperto la faccia anteriore della rotula; è possibile palparlo dall’apice della rotula e seguirne il decorso fino alla sua inserzione sulla tuberosità anteriore della tibia, la sporgenza ossea che tutti abbiamo, più o meno pronunciata, al centro dell’osso più grande della gamba, 3-4 dita al di sotto dell’articolazione del ginocchio.

Il muscolo quadricipite è fondamentale per il mantenimento della stazione eretta ad arto teso e quando si contrae permette di allineare femore e tibia lungo un ipotetico asse verticale dando origine all’asse portante dell’arto inferiore, forte e stabile, necessario per la corretta esecuzione del relevé, dei giri, ecc. Date queste premesse, è facile comprendere come il tendine rotuleo venga costantemente sollecitato sia nelle attività della vita quotidiana (passo, corsa, salto, ecc.) che durante la lezione di danza (plié– relevé) e come, in caso di lavoro eccessivo e/o scorretto, possa infiammarsi dando origine, appunto, al cosiddetto “ginocchio del saltatore”.

Per comprendere meglio le possibili cause che favoriscono la comparsa di questa patologia, è anche utile ricordare che la rotula, la cui faccia posteriore riposa nella troclea femorale (cavità che si forma anteriormente dalla fusione dei due condili femorali), non è stabile in senso latero-laterale  e che la linea di trazione del muscolo quadricipite si svolge lungo l’asse del femore cioè, non esattamente dall’alto verso il basso, ma verso l’alto e leggermente verso l’esterno. Per permettere al tendine rotuleo di lavorare secondo un asse fisiologico, è importantissimo che il muscolo vasto mediale trazioni la rotula leggermente verso l’interno, in modo da contrastarne la tendenza a spostarsi lateralmente.

L’asse di trazione del tendine rotuleo si modifica drasticamente in presenza di una rotazione esterna della tibia: tutti i danzatori che utilizzano la rotazione esterna forzata (cioè la rotazione esterna della tibia a piede fisso sul pavimento) per aumentare il loro en dehors, diventano particolarmente predisposti all’insorgenza di patologie del complesso femoro-rotuleo, tra cui anche la tendinite rotulea.

La descrizione di questo sovraccarico tendineo è particolarmente interessante per coloro che studiano danza in quanto presenta caratteristiche anatomo-funzionali e cliniche  differenti se osservato nell’adulto o nell’adolescente; tali differenze sono legate alla presenza, negli adolescenti, di un sottile strato di cartilagine proprio in vicinanza della zona di inserzione del tendine rotuleo sulla tibia: questa cartilagine è la cosiddetta cartilagine di accrescimento, cioè la struttura che consente alla tibia di crescere in lunghezza e che, una volta terminata la crescita, scompare sostituita da tessuto osseo.

Nell’adulto, l’eccessiva sollecitazione del tendine rotuleo porta alla comparsa di una vera e propria tendinite rotulea, che si manifesta con dolore sulla faccia anteriore del ginocchio, localizzato prevalentemente all’apice inferiore della rotula: nelle fasi iniziali dell’infiammazione il dolore si manifesta soprattutto al termine di una lezione o di una prova, particolarmente se sono stati eseguiti molti salti, e scompare durante il riposo; nelle fasi più avanzate, quando l’infiammazione diventa cronica, il dolore tende a diventare continuo, rendendo impossibile anche l’esecuzione dei passi di danza più semplici.

La diagnosi è esclusivamente clinica e si basa sulla storia del dolore e sull’esame obiettivo del ginocchio; a completamento della diagnosi clinica può essere richiesto un esame ecografico che potrà evidenziare e quantificare i segni di tendinite. La terapia sintomatica si basa sul riposo, l’uso di farmaci anti-infiammatori, la fisioterapia ma i risultati sono spesso transitori se il danzatore non provvede, parallelamente alla cura del sintomo dolore, alla correzione dei difetti tecnici che sono spesso alla base della comparsa della tendinite (iperestensione delle ginocchia, rotazione esterna forzata, difetti di appoggio del piede al suolo, ecc.) ed al ripristino di un equilibrio globale tra i gruppi muscolari che controllano i’articolazione del ginocchio (quadricipite, ischio-crurali, adduttori).

Nell’adolescente, a causa delle particolarità anatomiche sopra descritte, il sovraccarico del tendine rotuleo si manifesta clinicamente come sindrome di Osgood-Schlatter, ovvero come sofferenza non soltanto dell’inserzione del tendine rotuleo, ma anche dell’apofisi tibiale anteriore, ancora in accrescimento. È una patologia che colpisce più frequentemente i maschi, che di solito hanno picchi di crescita più evidenti oppure le ragazze più alte, in concomitanza delle fasi di più rapido accrescimento. I giovani danzatori iniziano ad accusare dolore appena sotto il ginocchio subito dopo la lezione o la prova, spesso zoppicano tornando a casa ed hanno difficoltà a salire e scendere le scale; la tuberosità tibiale anteriore appare aumentata di volume, tumefatta e particolarmente dolente al tatto.

Anche in questo caso la diagnosi è esclusivamente clinica ma può essere supportata da una indagine radiografica che mostrerà l’aspetto irregolare e spesso frammentato del nucleo di accrescimento della tuberosità tibiale anteriore. Il trattamento si basa sulla crioterapia (applicazione locale di ghiaccio), l’uso di anti-infiammatori locali e/o  sistemici e sul cosiddetto “riposo attivo” cioè sulla sospensione dell’attività sportiva per un periodo più o meno lungo, da poche settimane ad alcuni mesi, e nei casi più gravi fino a termine accrescimento. Ovviamente quest’ultima evenienza non è facilmente accettata dai giovani danzatori ma rappresenta il mezzo più efficace per accellerare la guarigione: la patologia regredisce completamente, infatti, nel momento in cui la cartilagine d’accrescimento scompare, totalmente sostituita dal tessuto osseo.

Durante il periodo di riposo, ci si può avvalere di fisioterapie e tecniche di supporto per il mantenimento di uno stato di allenamento globale e per la rieducazione di tutti i gruppi muscolari dell’arto inferiore. A differenza dei giovani sportivi che praticano attività quali il basket o il calcio, che spesso utilizzano durante gli allenamenti o le competizioni il supporto sottorotuleo per alleviare il dolore, i danzatori non possono utilizzare alcun presidio ortopedico durante la loro attività: il cinturino della fascetta infatti, per quanto sottile, non permette di eseguire correttamente le posizioni basilari della danza, soprattutto classica.

Un fattore di rischio particolarmente importante per la comparsa di entrambi i tipi di patologie sopra descritte è rappresentato dalla qualità del pavimento sul quale si danza: un pavimento troppo “rigido” oppure troppo “elastico” possono sollecitare eccessivamente il tendine rotuleo provocandone l’infiammazione. Per concludere, mi sembra importante ricordare che, come già accennato in precedenza, il difettoso allineamento del ginocchio rispetto all’asse della gamba e del piede predispone al sovraccarico funzionale del tendine rotuleo e che, quindi, nelle aule di danza deve essere prestata attenzione costante ai rapporti tra rotula e secondo dito del piede, sia in posizione parallela che in en dehors.

Dott.ssa Luana Poggini

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