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Rudolf von Laban e la danza libera

Il movimento rivela molte cose diverse. È il risultato della tensione verso un oggetto a cui si attribuisce valore, oppure di uno stato mentale. La sua forma e il suo ritmo mostrano la disposizione della persona che si muove in quella particolare situazione. Può caratterizzare uno stato d’animo momentaneo e una reazione fugace, così come dei tratti costanti di una personalità.

(RUDOF VON LABAN)

- R. von Laban -

 

Rudolf von Laban nasce a Pozsony (Bratislava) il 15 dicembre 1879. La sua infanzia è caratterizzata da numerosi spostamenti in tutta Europa dovuti alla carriera militare di suo padre, ufficiale dell’esercito austro-ungarico. Visitare molti paesi gli permette di crescere con un ampio orizzonte culturale. Sin da giovane rivela spiccate attitudini per il teatro ed organizza piccoli spettacoli di folklore. Nel 1897 crea un “mistero coreografico” intitolato Die Erde, accompagnato da cori parlati e cantati. In questo primo lavoro, ideato su musiche atonali di sua composizione, egli già determina la necessità di una danza assoluta (absoluter Tanz), indipendente dalla musica, dalla parola e da qualsiasi significato concreto.

Esplora parallelamente anche altri contesti espressivi e nel 1898 realizza il dipinto Bewegunsstudie in öl, che precede i primi tentativi di pittura astratta di Kandiskij. Per volere del padre, entra nell’accademia militare di Wiener-Neustadt, ma la abbandona, per tornare ai suoi studi artistici. Inizia a studiare architettura a Parigi, ma ben presto i suoi interessi si spostano verso il teatro e la danza grazie anche all’influsso di  François Delsarte. Inizialmente si dedica allo studio della danza accademica, ma percepisce un limite nella sua unilateralità e artificiosità e, propendendo ad una visione universalistica della danza, cerca un’elaborazione personale.

Nel 1903 si reca a St.Maurice, nei pressi di Parigi per iniziare le sue prime sperimentazioni in direzione di un metodo di notazione coreografica che poi è passato alla storia come Labanotation, inizialmente noto come Kinetographie, poi si sposta inGermania, dove inizia l’attività di danzatore e coreografo in diverse città. Le sue teorie trovano l’ambiente ideale a Monaco di Baviera, dove egli riesce a riunire attorno a sé un gruppo di giovani entusiasticamente interessati alle sue idee e come lui alla ricerca di una danza autonoma e assoluta, attraverso la quale definire il significato e l’essenza stessa del movimento.

Nel suo radicalismo innovativo, Laban esplora non solo la fisicità dell’essere, ma anche le tensioni psichiche, spirituali, o finanche mistiche, che possono rappresentare potenziali fonti del movimento. Nella pratica della scuola di Monaco, Laban identifica le basi della sua sperimentazione nel rapporto della realtà corporea con i coefficienti peso-spazio-tempo-flusso, approfondendone tutte le possibili relazioni, fino allo sviluppo delle teoria Effort-Shape, ampliando il metodo Dalcroze e definendo l’articolazione delle tendenze espressive della danza in senso drammaturgico, caratteriologico e strutturale.

Ed è sempre nel periodo di Monaco che Laban teorizza la sua concezione di una danza pura che si esplichi anche nell’intreccio con la musica e con la parola (recitata e cantata). Secondo Laban, i tre generi espressivi del teatro: danza, suono e parola (Tanz – Ton – Wort) sono infatti da intendersi come un’unica unità coreica.Laban enfatizza la sincronia dei movimenti fra i vari danzatori non per costruire figure fini a se stesse come nella danza accademica, ma per esprimere emozioni. I suoi cori di movimenti richiamano le danze primitive, descrivono “l’uomo intero”, sono espressione libera e profonda dell’essere-nel-mondo dell’individuo che, attraverso la coralità del movimento può realizzare la fusione con l’unità cosmica.

Nei periodi estivi Rudolf von Laban trasferisce la sua scuola di Monaco a Monte Verità, alle pendici delle Alpi sulle colline di Ascona, in Svizzera, dove alcuni pensatori, ispirandosi ai principi della Lebensreform, si riunivano in nome dell’arte e della filosofia nel desiderio di liberarsi dai condizionamenti sociali e dall’appiattimento progresso tecnologico. In questa residenza estiva si professa una rigenerazione vitale dell’individuo per renderlo armonico con se stesso e la natura, in contrapposizione alle degenerazioni provocate dalla civiltà; si ricercano nuove forme di vita, alla scoperta del proprio essere e in relazione allo spazio circostante.

La danza diventa l’espressione ideale di questa attenzione all’arte del corpo intesa come terapia e antidoto al sentimento di alienazione individuale e sociale che cominciava a diffondersi nella società dell’industria. Si diffonde il vegetarianismo, i danzatori coltivano loro stessi un proprio orto, imparano a cucirsi abiti leggeri per danzare liberamente, si occupano personalmente dei lavori di cucina, di pulizia e di manutenzione; trascorrono lunghe ore in esercizi all’aria aperta, studiando danza a piedi nudi, in tuniche, in perizomi o in completa nudità.

La nascente “danza libera”, prima matrice della danza moderna europea, obbedisce soltanto a proprie leggi semiotiche e dinamiche, è una nuova forma di espressione che non ha bisogno di essere guidata dalla musica perché si serve direttamente dei ritmi corporei del danzatore, derivanti da una profonda conoscenza della propria anima, del proprio corpo e delle sue leggi: la mente deve sapere guidare l’energia nello spazio. Il corpo è educato ad un allenamento quotidiano basato su esercizi ed improvvisazioni: tensione e rilassamento; equilibrio, disequilibrio e successione; impulso, tensione e slancio.

In questo processo di costante addestramento psico-fisico, l’uomo e l’intera umanità imparano a comunicare attraverso la propria fisicità, poiché per von Laban “ognuno è un danzatore” e tutto è movimento: l’attività del cervello, il ciclo vitale delle cellule, il respiro, il battito del cuore, ogni manifestazione fisica e mentale.

La sua analisi del movimento si traduce in un vero e proprio sistema di esplorazione e codificazione del movimento in tutte le sue forme in relazione ad impulsi interiori o stati mentali. Il credo labaniano cominciò a diffondersi grazie ai suoi discepoli e ad una serie di manifestazioni, i cosiddetti Bewegungschöre (cori in movimento), feste coreiche celebrate in gruppo partendo da gesti e ritmi spontanei di ciascun partecipante.

Negli anni più duri della guerra Laban si reca a Zurigo, in paese neutrale, dove lo possono seguire solo alcuni collaboratori, fra cui la celebre Mary Wigman, che successivamente sarà la sua principale assistente. A Zurigo Laban getta le basi per la sua Coreologia (arte del movimento) e in questi anni elabora le sue più importanti teorie scientifiche: l’Eucinetica (la teoria dell’espressione) e la Coreutica (la teoria dello spazio).

Secondo Laban la direzione spaziale è l’elemento più importante del movimento del corpo e può essere ricondotta alle tre dimensioni di altezza, larghezza e profondità; fissando il centro del corpo come centro di gravità, da cui riparte l’orientamento direzionale, distinguendo tra spazio in generale (spazio infinito) e spazio intorno al nostro corpo (cinesfera). Nell’elaborazione di questo orientamento spaziale Laban abbandona del tutto le pose e gli atteggiamenti statici del balletto classico per avvicinarsi ad una teoria dinamica del corpo nel suo movimento nello spazio.

Con la codificazione delle dodici direzioni del moto egli rivoluziona la concezione estetica del balletto secondo cui il corpo è solo un mezzo atto a riprodurre una forma prestabilita a priori. Per chiarire tale codificazione si serve di una forma geometrica esemplificativa: l’icosaedro, che racchiude le tre dimensioni spaziali e permette al corpo di muoversi in tre direzioni. Alla disciplina delle posizioni contrappone la danza libera, disciplina del movimento, ed in ciò sono evidenti alcuni principi essenziali delle varie tecniche di danza moderna.

Laban crea una distinzione tra movimenti principali, movimenti centripeti (che accumulano energia), e movimenti centrifughi (che vanno dal centro del corpo all’esterno in un’esplosione controllata). Il movimento potrà essere descritto grazie alla parte del corpo utilizzata. I segni di scrittura sono posti lungo un pentagramma verticale che si legge dal basso in alto. La linea verticale centrale definisce l’appoggio al suolo. Uno stesso segno indica: la direzione del movimento (avanti – indietro – sinistra – destra – diagonali – sul posto) l’altezza (alto – basso – intermedio, la durata (indicata dalla lunghezza del segno) e la parte del corpo interessata dal movimento. La posizione dei segni sul pentagramma indica la simultaneità dei movimenti (lettura orizzontale) e la loro successione (lettura verticale). Le distanze, le relazioni con i partner o con degli oggetti, il centro di gravità, la dinamica, le pirouettes, i salti, le traiettorie ed il piazzamento al suolo, sono indicati da segni specifici.

Tornato in Germania dopo la guerra, Laban lavora a Norimberga dove fonda una sua compagnia, la Tanzbühne Laban, spostandosi poi a Mannheim, a Stoccarda e ad Amburgo, dove la sua compagnia prende il nome di Hamburger Tanzbühne Laban. Intanto, a partire dal 1923, scuole labaniane si aprono in alcune delle maggiori città europee. Ad Amburgo Laban resta fino al 1925, dedicandosi quasi esclusivamente all’attività creativa, poi si sposta a Wurzburg, dove fonda il Choreographisches Institut Laban, un istituto di ricerche scientifiche sulla danza la cui sede viene trasferita a Berlino nel 1926.

Nel giugno del 1928, in occasione del secondo congresso tedesco sulla danza ad Essen, Laban presenta ufficialmente il suo sistema di notazione coreografica in una messa a punto definitiva. Il suo metodo riscuote un enorme successo. Nel 1930 Laban è nominato direttore della sezione danza dell’Opera di Stato di Berlino e produce vari lavori coreografici, ma, profondamente inviso alle autorità del regime nazista per il suo pensiero giudicato anticonformista, nel 1938 è costretto a emigrare in Inghilterra, dove utilizza le sue conoscenze sui movimenti corporei prima per la riabilitazione dei feriti in guerra e poi per uno studio sistematico per coordinare i movimenti degli operai delle industrie.

In Inghilterra fonda il Laban Art of Movement Studio, che dirige con Lisa Ullmann, fino alla sua morte, avvenuta il 1 luglio 1958. La sua teoria di notazione coreografica è tutt’oggi un metodo molto valido, largamente utilizzato per codificare la danza ed egli è stato un punto di riferimento fondamentale per tutta la danza contemporanea, poiché dallo sviluppo delle sue idee emergono i metodi pedagogici e terapeutici alla base della danza creativa e della danza-movimento-terapia.

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Lorena Coppola

www.giornaledelladanza.com 

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