Nelle ultime settimane al Teatro Bolshoj va in scena una delle peggiori commedie mai viste prima: scandali e partenze improvvise mettono sotto i riflettori l’istituzione russa, da sempre ambasciatrice nel mondo della danza d’eccellenza.
Dopo l’attacco con l’acido che ha quasi accecato Serghei Filin, il direttore artistico, lo scorso 17 gennaio, sulla nota istituzione russa torna ad aleggiare il fantasma degli scandali: Svetlana Lunkina, protagonista indiscussa delle scene e una delle più note ballerine del teatro moscovita, ha infatti deciso di lasciare il Paese e trasferirsi in Canada. La scelta è stata fatta dopo che la sua famiglia ha ricevuto minacce legate a una causa legale, in cui è coinvolto il marito.
E mentre continua l’inchiesta sull’aggressione a Filin, che ha subito già tre operazioni agli occhi per cercare di salvare la vista messa in pericolo dal contatto con l’acido usato dall’aggressore e bersaglio di pesanti intimidazioni da quando aveva assunto la guida del corpo di ballo nel 2011, arriva la conferma dei pesanti veleni che ruotano attorno al mondo dello spettacolo. La stessa Lunkina, parlando con il quotidiano Izvestia, ha spiegato di temere per l’incolumità della sua famiglia, avendo ricevuto una serie di minacce e ricatti, connessi al fallito progetto di un film a cui lavorava il marito, il produttore cinematografico Vladislav Moskalyev, ora denunciato dall’ex socio.
Anche se il giornale non lega direttamente la scelta dell’étoile al caso Filin, l’episodio getta un’ulteriore ombra sulla situazione all’interno del teatro, lacerato da forti conflitti e rivalità interne. La portavoce del Bolshoj, Katerina Novikova, ha confermato che l’étoile ha chiesto di lasciare il lavoro per una stagione e che l’amministrazione ha accolto la sua richiesta, ma ha escluso che da parte del teatro la donna possa ricevere alcun aiuto, dato che i suoi problemi sono legati alla professione del marito. Un altro addio che, inevitabilmente, fa preoccupare il mondo della danza.
C.V.