Ogni forma di danza utilizza il linguaggio del corpo in maniera diversa, sia dal punto di vista tecnico che espressivo. Il fine cui tende però è il medesimo, comunicare bellezza utilizzando l’elemento artistico, fisico, emotivo e intellettuale. Nel momento in cui la danza trasmuta da manifestazione spontanea a codice linguistico e comunicativo basato su precise norme estetiche ed espressive, si trasforma in arte. La danza classica o accademica è comunemente definita ‘balletto’ e viene considerata la forma più alta di danza in cui si può raggiungere perfezione artistica, vigore espressivo e capacità interpretativa. Essa inizia a trasformarsi in balletto nel XVI secolo, quando viene regolata da schemi iconografici e canoni estetici ben precisi, tendenti a una differenziazione sempre più marcata nei confronti di tutte la forme di danza istintiva. La danza moderna e contemporanea si sviluppano a partire dal XX secolo grazie al lavoro illuminato di Rudolf Laban e Mary Wigman che, trovando il balletto classico eccessivamente rigido e schematico, gli contrappongono una danza libera che valorizzi il gesto e il movimento, ed esprima la personalità del danzatore. Pur ricorrendo spesso all’improvvisazione come mezzo creativo, i movimenti della danza moderna presentano una morfologia ben precisa, basti pensare alla tecnica Graham, ...
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