Napoli e il San Carlo: hai iniziato come allievo e vi hai proseguito come solista: che ricordi hai dei tuoi primi inizi, dei tuoi primi balletti? Un ricordo molto intenso degli anni trascorsi nella scuola di ballo del Teatro San Carlo, fu quando conobbi Rudolf Nureyev. Me lo presentò la sig.ra Vittoria Ottolenghi, in occasione dello Schiaccianoci che andava proprio in scena in quel periodo. Fu una grandissima emozione e ricordo che non riuscivo a staccare i miei occhi dal suo sguardo, così carismatico e ipnotico. Quando entrai in compagnia, incominciai subito con i ruoli da solista e primo ballerino, ricordo con divertimento e gioia “Lʼuccello azzurro” della Bella Addormentata, Napoli di Bournonville, Ma Pavlova di Roland Petit e Giselle e tanti altri. Sono stati dei lavori importantissimi per la mia formazione di danzatore soprattutto perché ero seguito dalla direttrice di quel momento : Elisabetta Terabust. Una stagione all’English National Ballet e alla Scala, poi “Persephone” al San Carlo, accanto a “mostri sacri” come Isabella Rossellini e Gerard Depardieu: che tipo di esperienza è stata unire le tue doti di danzatore classico a quelle di due attori così talentuosi? Lʼesperienza è stata davvero molto creativa e stimolante. Riuscimmo ad instaurare ...
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