Di solito ogni tappa di Dancer Inside aggiunge al titolo dell’evento il nome della città in cui si svolge la performance, più volte replicata con successo in Italia e all’estero. Questo progetto artistico si basa sulla stretta connessione tra danza e architettura, non è affatto casuale quindi che per il secondo l’appuntamento nella capitale, dopo quello dello scorso anno, sia stato scelto l’Acquario Romano, sede de La Casa dell’Architettura e “teatro” ideale di questo spettacolo che abbina una esposizione di fotografie ad una rappresentazione di danza. Con le sue fotografie, scattate in vari paesi e non solo in Europa, Simone Ghera restituisce efficacemente la complementarietà di due elementi apparentemente distinti che sono essenziali per un corretto approccio alla cultura contemporanea. Il linguaggio universale della danza, ovunque riproducibile e comprensibile, espresso da ballerine di nazionalità diverse, straniere nella città in cui sono ritratte. Lo stile particolare delle architetture locali, non solo quelle più celebri, inscindibile dal luogo inquadrato dall’obiettivo dell’artista, dalla sua storia e tradizione, caratterizzato dall’uso diffuso dei materiali tipici autoctoni che sono il crisma dell’identità territoriale. Negli scatti di Ghera non si vedono orizzonti, allineamenti, prospettive, le sue foto sono composizioni particolari, libere nello spazio delle linee e delle proiezioni della danza nello ...
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