Indipendentemente dallo stile e dal livello di danza praticati, l’esibizione sul palcoscenico genera sempre una certa inquietudine che in alcune persone può trasformarsi in panico. L’ansia di per sé è un meccanismo fisiologico e positivo di attivazione che permette di rendere al meglio nelle situazioni in cui sono richiesti maggiore concentrazione e impegno. Se gestita e vissuta nella maniera sbagliata, può tuttavia attivare un meccanismo di auto sabotaggio che non permette di affrontare in modo adeguato i compiti assegnati o di raggiungere gli obiettivi prefissati. In questo caso si parla di ansia da prestazione, ossia la preoccupazione eccessiva e sproporzionata che induce chi ne soffre a prefigurare esiti catastrofici della propria azione e a temere di essere valutato negativamente, di risultare impacciato, inadeguato e di fallire. Il risultato di una prova è esclusivamente percepito in relazione al giudizio dell’altro, che per la persona con ansia da prestazione deve essere necessariamente e completamente positivo. Un minimo allontanamento da questo ideale di perfezione viene percepito in modo eccessivamente negativo. Se il danzatore soffre di ansia da prestazione, potrebbe non solo fallire nella sua performance ma soprattutto perdere la gioia dal ballare. È dunque importante possedere i giusti strumenti per riconoscere e affrontare ...
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