Il 29 settembre 2015, all’interno di Torinodanza Festival 2015, il Teatro Fonderie Limone di Moncalieri ospita la prima italiana di Chut, un progetto di Fanny De Chaillé, interpretato da Grégoire Monsaingeon, composizione sonora Manuel Coursin, con la partecipazione di Grégoire Monsaingeon, Pierre Lachaud e Geneviève Brune. Dopo la laurea alla Sorbona, De Chaillé lavora con Daniel Larrieu presso il Centro Coreografico Nazionale di Tours, e si afferma come una delle voci più interessanti della coreografia francese contemporanea, dando vita a creazioni originali e piene di significato. Ispirazione della sua ultima opera, Chut, è un quadro di Caspar David Friedrich, intitolato Voyageur au-dessus de la mer de nuages che rappresenta un uomo solo, di schiena, sulla cima di una montagna innevata, rivolto verso l’ignoto. Parte da lì questo spettacolo visionario, in cui danza e scenografia creano un gioco di equilibri, disequilibri, cadute e appigli, in cui un danzatore solista, il bravissimo Monsaingeon, si trova di fronte ad uno spazio smisurato, come il protagonista del quadro, e affronta improvvisi ostacoli che lo costringono a continui cambi di peso, ri-bilanciamenti e cadute che diventano sempre più assurde e buffe. Chut è il termine francese che indica lo stare in silenzio, ma ha anche ...
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“Chut”: la danza si muove dentro la scenografia
Muoversi all’interno di una scenografia: è questo il vulnus di Chut, spettacolo in scena al Torino Danza Festival il prossimo 29 settembre. Un autentico gioco fiabesco e a tratti ambigui Chut significa caduta: in effetti sembra impossibile restare in piedi su quella sorta di tappeto persiano – increspato in piccole montagne e stretti canaloni – che costituisce la scenografia. La danza sembra un gioco per bambini, all’interno del quale ci si annaspa e ci si butta in discese vorticose di pochi centimetri, o ci si aggrappa su appigli che ci sospendono su precipizi inesistenti. Grégoire Monsaingeon, l’interprete, gioca come un bimbo intorno alla paura di cadere o forse addirittura su un sogno ricorrente: perderci dove sembra impossibile ci possa accadere qualcosa di simile. Come nelle favole, l’aspetto visionario domina e annulla la realtà, e all’eroe impacciato riesce ciò che pare impossibile, poco prima di inciampare sul nulla. In Chut tutto diventa ancora più ingannevole e ambiguo, grazie ad una interpretazione davvero straordinaria, che ha in Buster Keaton e Charlie Chaplin i suoi padri nobili. Lo spettacolo si inserisce nell’ambito della collaborazione con Espace Malraux – Scène nationale de Chambéry et de la Savoie e con La Francia in Scena. ORARI ...
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