Fate giardini! Veri giardini naturalmente. Luoghi indomiti e fuorilegge. Lavorate con i poeti, i maghi, i danzatori e tutti gli altri artigiani dell’invisibile per rimettere al suo posto il mistero del mondo. Ciò facendo, affronterete le forze contrarie che oggi sembrano più potenti che mai. E il giardino creò l’uomo – un manifesto ribelle e sentimentale per filosofi giardinieri di Jorn De Précy, edizione Ponte alle Grazie La nuova edizione di “Danae Festival” invita a stare in ascolto, a preparare il terreno, a seminare, curare e raccogliere. Vede lo svolgimento di progetti che artiste e artisti hanno sviluppato nel corso di diverse annualità. Racconta le “fioriture” di lavori molto diversi tra loro, che intrecciano suono, danza e performing art. Dal 18 ottobre al 3 novembre 2024 è in programma a Milano la 26esima edizione di Danae Festival: il tema della rassegna è una riflessione sul tema il giardino. In 17 giorni, in diversi luoghi della città di Milano, andranno in scena spettacoli, incontri con il pubblico e laboratori. Il giardino è l’ultimo rifugio della spiritualità e della poesia, è ultima frontiera al di qua della barbarie. Il giardino è ultima utopia, un’utopia pratica e tangibile. Seguendo questa metafora e forma ...
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“Danzare, è forse dire quel che non si dice” afferma Dominique Dupuy nel suo nuovo libro
La Saggezza del Danzatore è un libro di Dominique Dupuy, danzatore, coreografo, pedagogo, studioso e scrittore. Pubblicato dapprima in Francia nel 2011 dall’editore Jean-Claude Béhar all’interno della Collana “Saggezza di un mestiere”, viene riproposto in lingua italiana dalla casa editrice Mimesis, con la traduzione di Eugenia Casini Ropa e con la collaborazione di Cristina Negro, che ne è la curatrice. Il libro, che si presta ad essere letto tutto d’un fiato, contiene il racconto della vita di un danzatore, oscillando continuamente tra memorie suggestive e riflessioni profonde, in un gioco che facilita la comprensione artistica e umana di un grande nome della danza. D’altronde Dominique Dupuy spiega fin dalle primissime pagine il motivo fondamentale che sta dietro all’impianto che ha voluto dare al suo libro: descrivere la propria arte partendo dal proprio spirito, da sé stesso, perchè: «Non c’è danza se la danza non emana dallo spirito di colui che danza». Subito dopo, Dupuy dichiara la motivazione che lo ha fatto innamorare della danza, un approccio doloroso con la comunicazione verbale, che lo induceva fin da bambino a piangere prima di ogni recita. Quindi Dominique Dupuy ha scelto con lungimiranza di colmare la mancanza di parola con la danza: «Danzare ...
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