In settantacinque minuti di performance, sul palco del Dansen Hus di Oslo, si esibiscono sette danzatori, una rock band e un’ attrice. La coreografia è Nieuwzwart ed è firmata da Wim Vandekeybus e dalla sua Compagnia Ultima Vez. È un teatro danza molto fisico, ardente, acrobatico e molto particolare. Il titolo può essere tradotto in italiano con “Nuovo nero”, e non si rifà alla moda del momento ma ad un pittore che cerca di inventare un nuovo colore, o in gergo coreutico, ad un coreografo che cerca di sperimentare un nuovo spettacolo. La scena si apre con un trio rock sospeso a mezz’aria, sotto di loro c’è una ragazza, vestita di bianco che recita poesie tratte da “Nieuwe sterrenbeelden”, dell’autore fiammingo Peter Verhelst, e sette danzatori che si muovono su tutta la superficie del palco. Lo scenario è molto scuro, gli unici oggetti che danno colore sono delle coperte che sembrano fatte d’oro scintillante. La musica è forte e selvaggia, composta da Mauro Pawlowski. Alcune volte rimbombano suoni di scontri automobilistici e sono gli stessi danzatori che, vestiti di nudo, come uomini preistorici, sul palco si infrangono l’uno contro l’altro. Danzatori com e animali che si arrampicano sulle montagne, attraversano ...
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