Recenti studi dimostrano che la danza migliora la funzione cognitiva e che chi la pratica con regolarità ottimizza la propriocezione corporea e muscolare regolata dal cervelletto. Combinando azione creativa, gesto e collaborazione con insegnanti e altri ballerini, la danza incrementa l’attività cerebrale su più livelli. Stimola i percorsi cerebrali associati all’empatia, ossia alla capacità di mettersi ‘nei panni dell’altro’ e di comunicare a livello profondo. L’empatia permette al cervello dei danzatori di sintonizzarsi sulla medesima frequenza, sviluppando una cooperazione indispensabile per creare un movimento armonico. La corteccia motoria attiva un complesso meccanismo di pianificazione, controllo ed esecuzione, dando vita a infiniti movimenti volontari, coordinati e sincroni. Il cervelletto infine integra le informazioni dai sensi e rende i movimenti fluidi e precisi. La danza dunque non è solo una delle esperienze umane più antiche, ma è anche fortemente radicata nel DNA collettivo. Il corpo e il cervello si sono evoluti anche grazie alla danza, e di conseguenza si è evoluta anche la società. L’atto artistico infatti modifica il modo in cui pensiamo e di riflesso il modo in cui interagiamo con gli altri, e ci rende individui più proattivi ed emozionalmente più ricchi. Stefania Napoli www.giornaledelladanza.com
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La danza migliora la salute e la neuroplasticità del cervello
Oltre al normale benessere psico-fisico, danzare contribuisce al miglioramento della salute mentale di chi vive difficoltà di comunicazione per svariate motivazioni, perché affetto da malattie neurodegenerative o da disturbi da stress post traumatico. La danza è perfino utilizzata nei percorsi di riabilitazione e reintegrazione sociale dei detenuti nelle carceri. La danza, infatti, attiva nuove connessioni neurali. Quando ci impegniamo in movimenti che attraversano la linea mediana del nostro corpo, i due emisferi del cervello si mettono in comunicazione tra loro. Questo essenzialmente genera connessioni neurali che migliorano la neuroplasticità, ossia la capacità del cervello di modificarsi e potenziarsi. Inoltre, quando varia il modo in cui ci muoviamo, creiamo anche un cambiamento a livello cellulare che produce effetti positivi sul cervello. Uno studio pubblicato nel 2003 sul New England Journal of Medicine ha stabilito che chi danza sviluppa un cervello più sano e attivo. I ricercatori hanno esaminato gli effetti di undici diversi tipi di attività fisica. Hanno scoperto che solo una di queste, ossia la danza, riduceva significativamente il rischio di sviluppare demenza e il conseguente declino delle facoltà mentali. Danzare richiede uno sforzo fisico, mentale e l’interazione sociale. Questi tre elementi contribuiscono a preservare una maggiore riserva cognitiva che può abbassare ...
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