“La danza è scoperta, scoperta, scoperta.” Martha Graham La rivoluzione nel balletto con la “danza libera” in Italia, l’interesse per le nuove tendenze artistiche e per la danza moderna arrivano solamente intorno agli anni settanta, per conoscere una stagione felice durante gli anni ottanta. Marginali sono da ritenere infatti i casi del futurismo in danza, quello della milanese Giannina Censi, con una danza astratta, dalle belle linee, nette e guizzanti, dai movimenti scattanti, terso nel turgore dei muscoli e nella tensione del piazzamento; e quello manierato e velleitario dell’orchestica di Jia Ruskaja (foto a sinistra), sorta di neoellenismo estetizzante di vaga discendenza duncaniana, esauritisi entrambi con la caduta del regime fascista. Proprio negli anni della guerra giungono in Italia due importanti figure il russo Léonide Massine e l’ungherese Aurel Milloss (foto a sinistra), il primo irrompe negli schemi codificati della tradizione classica con il suo stile ispirato alla commedia dell’arte fino ad esplorare nuovi confini con la creazione della sinfonia coreografica; e il secondo invece assumerà presto un ruolo dominante nel rinnovamento della danza italiana “ufficiale”, ma che si distinguerà per una sorta di sintesi tra accademismo neoclassico ed espressionismo tedesco non sempre riuscita e presto esteticamente superata. ...
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