Milano, agli inizi del Novecento, era ben più che la capitale economica d’Italia: era una tappa d’obbligo per chi aspirava all’eccellenza artistica. E tra i suoi allievi più illustri c’è una figura che ancora oggi incarna la quintessenza della grazia nel balletto: Anna Pavlova. Nata a San Pietroburgo nel 1881 e formatasi nella rigorosa Scuola Imperiale di Danza, Pavlova trovò nella capitale lombarda un fondamentale punto di svolta. La sua tecnica, pur già raffinata, doveva ancora trovare quella solidità che le avrebbe permesso di danzare leggera come un pensiero e precisa come un metronomo. Fu proprio a Milano, sotto la guida della celebre Caterina Beretta, che Anna Pavlova ricevette la lezione più preziosa della sua carriera. Beretta, direttrice della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, era conosciuta per il suo approccio severo e meticoloso. Aveva formato étoile come Pierina Legnani e lasciava in ogni allieva un’impronta di rigore tecnico che faceva la differenza sul palcoscenico. “La mia tecnica migliorò enormemente dopo il periodo di studio a Milano,” avrebbe affermato Anna Pavlova in più occasioni, secondo fonti storiche del balletto europeo. Non è un caso che il maestro Enrico Cecchetti, simbolo della scuola italiana di danza, sia stato successivamente uno ...
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