“Anche se accompagnati dalla musica, i passi da soli non bastano a ricostruire un’opera. Un balletto del passato è una cosa complessa e fragile. La sua autenticità va oltre la semplice coreografia. Per questo motivo, tutte le notazioni e le partiture ritrovate costituiscono poco più di una ‘base’ che deve essere perfezionata applicando tutte le sfumature di colore necessarie. A volte abbiamo a disposizione i passi. Ma vanno considerati anche il rispetto dei tempi, degli accenti e dello stile … E questo è forse il compito più delicato: una questione di cultura e di sensibilità. […] Ci sono due modi di ricostruire. Quello dell’archeologo, che lascia così come sono i reperti che ha dissotterrato, e quello che consiste nel dare nuova vita a ciò che è stato ritrovato. Io ho scelto questo”. (Pierre Lacotte, Tradition, 1987) Dall’11 al 26 giugno, un nuovo importante debutto per la Scala e il suo Corpo di Ballo diretto da Frédéric Olivieri, che aggiunge ora al suo repertorio, e con un nuovo allestimento, la sua prima Paquita. In una pittoresca Spagna del diciannovesimo secolo, durante l’occupazione napoleonica l’amore contrastato tra l’ufficiale francese Lucien d’Hervilly e la zingara Paquita è coronato da giuste nozze dopo varie ...
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