A distanza di due anni rivive all’interno delle stanze di DanceHaus, lo spettacolo di danza contemporanea Le Vent Noir, ideato da Susanna Beltrami. “Si potrebbe dire che il vento furioso sia il simbolo della collera pura, senza pretesto, ingiustificata. La tempesta senza un preludio, la tragedia fisica senza un motivo (…). Il vento, nel suo parossismo, è la collera che è ovunque e da nessuna parte, che nasce e rinasce da se stessa, che gira e si ripercuote. Il vento minaccia e urla, ma non prende forma finché non incontra la polvere: una volta visibile diventa una povera miseria…” (Gaston Bachelard). Il vento, elemento distruttivo e generatore, un paesaggio desertico, mai uguale a se stesso, perché costantemente costruito e prontamente cancellato da improvvise tempeste; così in scena, tutto è creato per essere, allo stesso tempo, distrutto. La tempesta si placa solo quando viene prevaricata dal potere delle rêveries: immagini dell’intimità, legate ai ricordi, alle proiezioni mentali, alle percezioni, al riaffiorare di una sensazione, di un’emozione già vissuta, di un racconto. Un percorso che trova il suo compimento finale nelle fonti del riposo, quei luoghi dove l’essere umano può ritrovare il suo Io senza alcun tipo di corruzione o limite: sono ...
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