L’inaugurazione di Torinodanza Festival è programmata al Teatro Regio il 10 settembre, alle ore 20:00, con una serata in cui saranno presentati, in prima italiana, due diversi spettacoli a firma Sidi Larbi Cherkaoui, NOETIC e ICON, entrambi prodotti da GöteborgsOperans Danskompani, il corpo di ballo dell’Opera della città svedese di Göteborg che da anni sta costruendo un repertorio tra i più interessanti in Europa. Con questo debutto si suggella una collaborazione con Sidi Larbi Cherkaoui, che sarà “artista associato” del Festival Torinodanza, dunque presente con una propria produzione nei prossimi tre anni di programmazione. Noetic e Icon, entrambi realizzati con le scenografie dell’artista visivo inglese Antony Gormley, sono opere emblematiche e significative del percorso artistico di Sidi Larbi Cherkaoui: se Noetic fonda il proprio disegno creativo su elementi aerei supportati da elementi scenici che costruiscono affascinanti geometrie e forme, in Icon elementi di argilla costituiscono la scenografia e gli oggetti che ne derivano ancorano pesantemente al suolo forme e movimenti. Nei due spettacoli di Sidi Larbi Cherkaoui si celano domande universali. In Icon il coreografo si pone la questione di come la società contemporanea senta la necessità di crearsi sempre nuovi miti, delle vere e proprie “icone”, per poi distruggerle e sostituirle, ...
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Creazione, difesa e distruzione dei nostri idoli con “Icon” di Sidi Larbi Cherkaoui
Il 10 settembre 2018, all’interno di Torinodanza festival, il Teatro Regio di Torino ospita GöteborgsOperans Danskompani con Icon, coreografia Sidi Larbi Cherkaoui, musiche Patrizia Bovi, Gabriele Miracle, Kazunari Abe, Anna Sato e Woojae Park, drammaturgia Antonio Cuenca Ruiz, set design Antony Gormley. Leader religiosi e politici, attori, popstar, modelli che noi stessi creiamo, adoriamo e imitiamo, fino all’arrivo della prossima icona. E’ questo il leitmotiv che ispira Icon, creato dal coreografo belga-magrebino Cherkaoui, in collaborazione con il giovane stilista Jan-Jan Van Essche e con l’artista visivo Gormley che realizza una scenografia composta da 3,5 tonnellate di argilla con cui i danzatori interagiscono, trasferendo la loro energia su quella di un materiale plasmabile, dotato di proprietà effimere, che non sempre reagisce come ci si aspetta, dando forma a qualcosa di inaspettato. Il risultato è un palcoscenico trasformato in campo di battaglia, in cui ciascun interprete lotta con se stesso e gli altri nel gioco di costruzione, difesa e distruzione di un proprio idolo, attraverso movimenti imprevedibili e imprevisti, che evocano un rituale primordiale. Il tutto è amplificato dalle musiche eseguite live da musicisti e cantanti provenienti da Italia, Giappone e Corea del Sud. Un capolavoro di espressione, emozione, gesto ed estetica ...
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