‘Ha talento’. È il primo giudizio che si esprime quando un bambino si esibisce in una spaccata o si muove istintivamente a ritmo di musica. Quando si parla di talento ci si riferisce a una capacità innata e personale che fa apparire un individuo straordinario, rispetto alla norma. Nella nostra società, la credenza nel talento è forte e diffusa, e si accompagna all’idea che la fortuna abbia baciato la persona che ne è dotata. Ma il DNA determina davvero il tipo di attività verso cui un individuo è portato? Il talento diminuisce o si perde se non viene esercitato o con il passare del tempo? Una persona di talento non ha bisogno di formazione per svolgere l’attività verso cui è predisposta? Il talento nella danza riguarda le doti fisiche oppure è qualcosa di più? In genere, in una classe di danza o in una compagnia, ci sono pochi danzatori eccezionali in grado di trasmettere l’estetica di un’arte così rigorosa. Sono gli eletti, i prescelti, coloro che sono naturalmente dotati di elasticità, mobilità articolare, di un’accentuata curvatura del collo del piede e via dicendo. Tutto ciò però crea un ‘pregiudizio’ e va a discapito di danzatori con meno doti fisiche, ma che ...
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