Il titolo incanta ancora oggi ed è uno dei più grandi classici mai rappresentati, definito a più riprese “il balletto perfetto”. L’interessante versione contemporanea di Cornelia Dance Company offre una prospettiva nuova e fresca sulla storia, esplorando temi come l’identità di genere. Già in passato abbiamo assistito ad alcuni esempi di produzioni di “Giselle” in chiave moderna, ricordiamo quella di Michel Hallet Eghayan (1982) la quale ha dimostrato che nella danza, più che in ogni altra disciplina, l’attimo non finisce mai; oppure la creazione di Akram Khan (2016) che ha combinato danza classica e contemporanea, con un ballerino maschio nel ruolo principale; oppure quella firmata a quattro mani da Itamar Serussi e Chris Haring dove i ruoli erano interscambiabili, indipendentemente dal sesso, e ogni danzatore ne diventava l’essenza (2016). L’arrangiamento a cura di Cornelia concede una ulteriore angolatura sulla narrazione, scandagliando sentimenti e relazioni in modo innovativo. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia dalla creazione di Jean Coralli e Jules Perrot nel 1841, eppure il suo fascino rimane inalterato. Nel grande repertorio accademico ogni balletto comincia con una storia d’amore, ma quella tra Giselle e Albrecht, è una tra le più incisive. Eseguita per la prima volta ...
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