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Le indimenticabili interpretazioni di Natal’ja Makarova

Natal’ja Romanovna Makarova, nata a Leningrado nel 1940, è una delle figure più luminose della storia del balletto. Con la sua tecnica cristallina, una presenza scenica magnetica e un’arte interpretativa capace di fondere perfezione e poesia, Makarova ha lasciato un’impronta indelebile nei teatri di tutto il mondo. Fuggita dall’Unione Sovietica nel 1970 per abbracciare la libertà artistica, divenne un punto di riferimento assoluto per il repertorio classico e romantico, grazie a interpretazioni entrate nella leggenda. Di seguito, un viaggio nelle sue più grandi e indimenticabili interpretazioni. Odette/Odile – Il Lago dei Cigni Tra i ruoli che più hanno consacrato Makarova spicca senza dubbio la doppia interpretazione di Odette e Odile.
 La sua Odette era pura liricità: linee morbide, port de bras di una fluidità quasi liquida, sguardo timido e dolente. Odile, al contrario, era una creatura affilata, elegante e magnetica, costruita con una precisione tecnica impeccabile ma soprattutto con un carisma drammatico capace di incantare platee intere. Makarova riusciva a rendere il contrasto tra i due personaggi con una naturalezza sorprendente, quasi scolpendo due identità completamente distinte. Giselle – Giselle La sua Giselle è considerata da molti critici una delle più commoventi del XX secolo. 
Nel primo atto incarnava una ...

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Il fascino delle danze spagnole nei balletti classici di repertorio

Tra i diversi stili che popolano il grande repertorio del balletto classico, le danze spagnole occupano un posto speciale. Brillanti, colorate e ritmicamente complesse, esse rappresentano un ponte tra tradizione folklorica e virtuosismo teatrale, inserendosi in opere classiche come momenti di esotismo e spettacolo. Origine e funzione delle danze spagnole Le danze spagnole nei balletti classici non nascono come vera danza folklorica, ma come reinterpretazione teatrale dei ritmi e dei movimenti della Spagna, filtrati dalla sensibilità europea ottocentesca. Sono spesso introdotte come danze caratteriali, inserite nel secondo atto o come divertissement, per aggiungere varietà e colore al balletto. Il pubblico europeo del XIX secolo era affascinato dall’esotismo: l’“altro” culturale veniva rappresentato attraverso passi codificati, costumi suggestivi e musica dai ritmi incisivi. Tra le funzioni principali troviamo l’evidenziare la tecnica dei danzatori: battements, pirouettes e footwork ritmici sono tipici delle danze spagnole. Creare contrasto con le scene liriche o romantiche: il ritmo serrato e la precisione del movimento generano un effetto di spettacolo puro. Colorare la narrazione con un tocco esotico senza modificare la trama principale. Caratteristiche coreografiche delle danze spagnole Le danze spagnole nei balletti classici sono riconoscibili per alcuni elementi distintivi: Ritmo e dinamica: marcato, vivace, con accenti sincopati ...

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La maestra accademica Paola Vismara “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? Petite Mort di Jiří Kylián. Il Teatro del cuore? Teatro alla Scala (prima della ristrutturazione). Un romanzo da trasformare in balletto? Novecento di Alessandro Baricco oppure La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Novecento di Bernardo Bertolucci. Il costume di scena indossato che hai preferito? Sono tanti i costumi… Tra i tutù sicuramente Kitri in Don Chisciotte e Cigno nero del Lago, poi Giulietta, Carmen e Valencienne in Vedova Allegra, etc. etc. Quale colore associ alla danza? Cipria. Che profumo ha la danza? Ombre Rose (rosa cipriata). La musica più bella scritta per balletto? Scritta espressivamente per balletto il Lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Due vite, una svolta di Herbert Ross. I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna? Michail Baryšnikov e Natalija Makarova. Il tuo “passo di danza” preferito? Développé à la seconde e Grand Pas de Chat. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i grandi personaggi del balletto? Tatiana (Onegin). Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? George Balanchine e Jiří Kylián. Tornando indietro, ...

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La purezza delle linee classiche nell’arte del balletto

La danza classica è un linguaggio costruito su linee: linee del corpo, linee nello spazio, linee che raccontano emozioni. Nel balletto accademico la purezza di queste linee non è solo un ideale estetico, ma un principio tecnico che guida ogni movimento, dal più semplice battement alla vertigine di un grand jeté. Comprendere e coltivare questa purezza significa entrare nel cuore della grammatica del balletto. Che cosa sono le “linee” nella danza classica? Le linee sono configurazioni geometriche del corpo: l’allungamento degli arti, la proiezione della schiena, l’orientamento della testa, la direzione dei piedi. Ogni danza, ogni posizione, nasce dal modo in cui questi elementi si organizzano nello spazio. Una linea pura è: * allungata, ma non rigida * armoniosa, con un fluire continuo tra un segmento e l’altro * esatta, costruita su un equilibrio tra tecnica e naturalezza * intenzionale, mai casuale o sproporzionata. La purezza è ciò che rende la danza leggibile, elegante e universalmente riconoscibile. 1. L’importanza dell’allineamento Il primo segreto delle linee classiche è un corpo ben allineato.
 L’asse verticale — testa, spalle, bacino, ginocchia, caviglie — permette agli arti di estendersi con controllo e senza compensazioni. * Nel relevé, la linearità sale dal centro verso l’alto, ...

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La danzatrice e maître de ballet Ivana Mastroviti “allo specchio”

Il balletto classico preferito? La Bayadère. Il balletto contemporaneo prediletto? Carmen di Mats Ek. Il Teatro del cuore? Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia e Teatro Petruzzelli di Bari. Un romanzo da trasformare in balletto? Siddharta di Hermann Hesse. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Interstellar di Christopher Nolan. Il costume di scena indossato che hai preferito? Il costume del balletto coreografato da Johan Inger Birdland. Quale colore associ alla danza? Rosso. Che profumo ha la danza? Gelsomino. La musica più bella scritta per balletto? La sagra della primavera di Igor Stravinsky. Il film di danza irrinunciabile? Flashdance. I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna? Sylvie Guillem e Michail Baryšnikov. Il tuo “passo di danza” preferito? Rond de jambe. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i grandi personaggi del balletto? Kitri. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Jiří Kylián. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa Le diresti? Grazie, sei Immensa! Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Dedizione, umiltà, ascolto. Come ti vedi oggi allo specchio? Matura ma con gli stessi occhi di una bambina curiosa. Michele Olivieri Foto di Alice Vacondio www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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In scena “Coppélia” per la Scuola di Danza dell’Opera di Roma

«Penso di aver realizzato un balletto autobiografico – racconta Giorgio Mancini – una sorta di ‘balletto nel balletto’ che mette in luce la mia personalità poliedrica. Coppélia è stato il primo titolo che ho danzato da bambino, quello che mi ha avvicinato alla danza in modo decisivo. La mia versione è una lettura per adulti e bambini.» Dal 3 al 7 dicembre, al Teatro Nazionale, torna in scena Coppélia in un nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma, con scene di Michele Della Cioppa, costumi di Anna Biagiotti e luci di Stefano La Selva. Creata da Giorgio Mancini per il Teatro di San Carlo di Napoli nel 2009, la coreografia era già stata interpretata con successo nel 2017 dal Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Ora viene riproposta dagli allievi della Scuola di Danza, in una produzione che unisce tradizione e sguardo contemporaneo. Ispirato a un racconto di E.T.A. Hoffmann, Coppélia debuttò nel 1870 all’Opéra di Parigi con la coreografia di Arthur Saint-Léon e la musica di Léo Delibes. Considerato un punto di svolta rispetto al balletto romantico, il titolo abbandona gli spiriti eterei – silfidi e villi – per raccontare con ironia le avventure di una bambola ...

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