Articolo del 23.05.2013 Abbiamo visto, nel precedente articolo, come le posizioni base dei piedi nella danza classica vengano ottenute grazie al movimento di rotazione esterna della testa del femore all’interno dell’acetabolo e come la maggiore o minore capacità di compiere questo movimento sia legata, in massima parte, all’ampiezza dell’angolo di antiversione del femore. In tutti quei casi in cui il danzatore non riesce a raggiungere agevolmente le posizioni con i piedi rivolti verso l’esterno, perché la sua capacità di ruotare le anche in fuori è insufficiente, egli impara ben presto a mettere in atto tutta una serie di meccanismi di compenso che portano al disallineamento del ginocchio rispetto al piede: l’insieme di questi compensi prende il nome di rotazione esterna forzata o overturn. In questo caso l’en dehors viene costruito dal basso verso l’alto (e non viceversa come sarebbe corretto): il piede viene posto forzatamente a 90° rispetto alla posizione naturale sfruttando l’attrito con il pavimento (spesso aumentato dall’uso della pece) ma soprattutto utilizzando la possibilità di rotazione esterna del ginocchio nella posizione flessa, per cui la tibia ruota in fuori rispetto al femore. “Sistemati” così i piedi nella posizione desiderata, stendendo gradualmente le ginocchia, il danzatore esegue un sorta di “movimento a vite” di ...
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