Il 20 maggio 2016, il Teatro della Fortuna di Fano ospita la compagnia MK con Robinson, coreografia di Michele di Stefano, su musica di Lorenzo Bianchi Hoesch, in collaborazione con Comune di Montalto di Castro e Atcl, con il contributo MiBACT. Di Stefano, Leone d’Argento per la danza della Biennale di Venezia nel 2014, fonda MK nel 1999 a Roma insieme a Biagio Caravano, dando vita ad una formazione indipendente e originale, i cui scopi sono indagare e sperimentare il mondo della danza e dell’arte attraverso performance, coreografia e ricerche sonore. Ispirato a Venerdì o il limbo del Pacifico, riscrittura di Michel Tournier del Robinson Crusoe di Daniel Defoe, Robinson racconta la storia di un uomo che si riscopre e rigenera attraverso l’incontro con l’altro, con il diverso, che lo spinge ad una totale reinvenzione di se stesso. L’isola in cui è ambientata l’opera è il luogo del cambiamento, della metamorfosi, uno spazio in cui esistono desideri, sogni e paure, ma è anche lo spazio che si crea quando si decide di uscire da se stessi per conoscere gli altri, di abitare il mondo. Basandosi sull’idea che la danza si definisce tale quando permette ad altre danze di coesistere accanto ed essa, ...
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Naufrago fra l’io e l’altro: MK approda al Teatro Argentina
Prima nazionale per Robinson, il nuovo spettacolo della compagnia MK che dal 7 al 9 febbraio sarà in scena al Teatro Argentina di Roma. Michele Di Stefano torna in teatro con una nuova esperienza coreografica, frutto della sua ricerca innovativa che combina sperimentazione sonora e movimento corporeo. Ispirandosi al romanzo di Daniel Defoe, Di Stefano tenta di indagare le dinamiche collettive alla base della nostra società, sgretolatesi in seguito al naufragio, letterale e psicologico, del protagonista. Mentre il Robinson di Defoe sopravvive cercando un modo per ricreare, in un luogo estraneo, la civiltà a lui conosciuta, qui il protagonista entra in una zona di metamorfosi di fronte alla possibilità dell’innocenza originaria e allo sgretolamento dei propri limiti, causato dalla mancanza di quel termine di paragone che fonda e giustifica ogni individuo: l’altro. L’incontro con l’altro all’infuori da sé stacca il protagonista dalla zona d’ombra e perduta in cui si era rifugiato e lo costringe a reinventare se stesso. Lo spazio coreografico si forma allo stesso modo: la danza si definisce nel momento in cui permette ad un’altra danza di esistere nei pressi, diventa un linguaggio adottato per l’incontro, forma e mantiene vivo il momento stesso dell’incontro, punto d’origine di un ...
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