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Tag Archives: Marius Petipa

L’ultima coreografia dimenticata di Marius Petipa

A più di un secolo dalla sua scomparsa, il nome di Marius Petipa continua a riecheggiare tra i velluti rossi dei teatri e i parquet consumati delle sale di danza. Coreografo di origini francesi naturalizzato russo, Petipa è considerato il padre del balletto classico ottocentesco e autore di capolavori immortali come Il lago dei cigni (in collaborazione con Lev Ivanov), La bella addormentata e Don Chisciotte. Tuttavia, pochi conoscono i dettagli della sua ultima coreografia, un’opera crepuscolare che, seppur meno celebre, racchiude il distillato della sua poetica e rappresenta il suo testamento artistico. Nel cuore dell’inverno pietroburghese del 1903, tra le quinte ornate del Teatro Mariinskij, si consumava un tramonto: quello di Marius Petipa. Il coreografo che aveva dato forma ai sogni imperiali stava per firmare il suo ultimo incantesimo. Il titolo era fiabesco, quasi infantile: Le Miroir Magique. Ma dietro lo specchio magico, si celava un’altra storia: un duello amaro tra un’epoca che finiva e un’altra che premeva per emergere. Le Miroir Magique nacque come un balletto-féerie in quattro atti, commissionato dai Teatri Imperiali per arricchire il repertorio con una nuova meraviglia scenica. Pepita, ormai ottantenne, si ispirò alla fiaba russa della principessa caduta sotto l’incantesimo della gelosia — ...

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Il Maestro Piero Martelletta “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Il corsaro. Il balletto contemporaneo prediletto? Le Parc. Il Teatro del cuore? Teatro dell’Opera di Roma. Un romanzo da trasformare in balletto? Piccole donne. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Billy Elliot. Il costume di scena indossato che hai preferito? Petrouchka. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che profumo ha la danza? Gelsomino. La musica più bella scritta per balletto? Lo Schiaccianoci. Il film di danza irrinunciabile? Due vite e una svolta. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Carla Fracci e Rudolf Nureyev. Il tuo “passo di danza” preferito? Brisè volè. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Spartacus. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Marius Petipa. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie di aver accompagnato e ispirato tutta la mia vita. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Forza, resistenza, espressività… sommata a geometria e matematica. Come ti vedi oggi allo specchio? Come le rovine dell’impero romano… Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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La Maestra Maina Gielgud “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Tutti tranne “Bayadère”! (escluso “Il Regno delle Ombre”). Il balletto contemporaneo prediletto? Flight Pattern di Crystal Pite. Il Teatro del cuore? Maryinski, La Scala, Royal Opera House, Coliseum di Londra, Champs Élysée, Staatsoper di Monaco. Un romanzo da trasformare in balletto? David Copperfield. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Meglio inventarselo da soli un balletto. Il costume di scena indossato che hai preferito? Juliet di Jürgen Rose, Pas de Quatre. Quale colore associ alla danza? Tutti. Che profumo ha la danza? Ahahah, dipende! La musica più bella scritta per balletto? Quella di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Romeo e Giulietta con Francesca Hayward e William Bracewell, Royal Ballet, girato in Ungheria. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Ol’ga Spessivtzeva e Vaclav Nijinsky. Il tuo “passo di danza” preferito? Dipende da come viene eseguito e in quale contesto. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico? Preferirei averli interpretati! Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Marius Petipa e Lev Ivanov. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Aiutaci ad avere il tempo di prova che meriti! Tre ...

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Maître de ballet: il cuore nascosto della danza

Nel mondo affascinante e rigoroso del balletto classico accademico, gli spettatori tendono a focalizzarsi sui ballerini, sulle étoile, sui coreografi o sui teatri prestigiosi. Tuttavia, dietro ogni blasonata compagnia, dietro ogni interpretazione impeccabile e ogni gesto che sfiora la perfezione, esiste una figura discreta ma fondamentale: il maître de ballet. Una sorta di direttore d’orchestra senza bacchetta. Il termine francese si traduce letteralmente in “maestro del balletto”, ma questa definizione non rende giustizia alla complessità e delicatezza del suo ruolo. È una figura ponte tra l’arte e la disciplina, tra la tradizione e l’evoluzione della danza. Un artigiano dell’eccellenza, che lavora lontano dai riflettori per garantire che ogni gesto, intenzione o dettaglio sia veicolo di autenticità e grazia. Il maître è responsabile dell’allenamento quotidiano dei ballerini, della trasmissione del repertorio e dell’integrità stilistica delle coreografie, siano esse classiche, neoclassiche o contemporanee. In molte compagnie, è anche l’occhio esterno che supervisiona le prove, corregge dettagli minimi ma cruciali, armonizza i movimenti e la musicalità del corpo di ballo per garantire che ogni produzione rifletta il livello artistico e tecnico richiesto. Non è semplicemente un insegnante: spesso è un ex ballerino di altissimo e prestigioso livello, con anni di onorata e comprovata ...

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L’étoile Diana Ferrara “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? 5 Tango’s di Hans Van Manen. Il Teatro del cuore? Opera di Roma e Teatro de Bellas Artes di Città del Messico. Un romanzo da trasformare in balletto? Il romanzo di Massimo Grillandi “Madame de Pompadour”. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Il film “Orchestra Stonata” di Emmanuel Courcol. Il costume di scena indossato che hai preferito? Il tutù corto nero del balletto “Ma Pavlova” di Roland Petit tempestato di pietre Swarowski brillanti! Un tutù bellissimo, ma pesantissimo!!! Quale colore associ alla danza? Per il classico colore rosa cipria, per il contemporaneo color nudo. Che profumo ha la danza? Il profumo della danza è l’Iris. La musica più bella scritta per balletto? Musica di Jules Massenet: Meditation dall’opera “Thaïs”. Il film di danza irrinunciabile? Film “Due vite e una svolta” e “Billy Elliot”. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev con Margot Fonteyn, Natalija Makarova in modo speciale nel “Lago dei Cigni”. Il tuo “passo di danza” preferito? Mi sono entusiasmata dei passi dei “manège” nei balletti “La Sylfide” e “Marco Spada” di Pierre Lacotte! Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra ...

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Il Principal Dancer Oscar Chacon “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Ce ne sono diversi, ma questa volta mi limiterò a menzionare “La Fille Mal Gardée”. Il balletto contemporaneo prediletto? Sicuramente il “Boléro” di Maurice Béjart. Il Teatro del cuore? Il Théâtre de Beaulieu a Losanna. Un romanzo da trasformare in balletto? Medusa (ho un’idea particolare). Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Un film che non è ancora stato girato… “Il film della mia vita”, di Oscar Chacon. Il costume di scena indossato che hai preferito? I costumi di Gianni Versace per “The Presbytery” e “Dyonisios”. Quale colore associ alla danza? Rosso e nero. Che profumo ha la danza? L’odore della danza è il profumo dei fiori mescolato al legno e al sudore. La musica più bella scritta per balletto? Ce ne sono diverse… Trovo la “Nona” di Beethoven un dono all’umanità e quindi l’opera più splendidamente costruita per eccellenza. Il film di danza irrinunciabile? The Ones and the Others di Claude Lelouche. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Sylvie Guillem e Gil Roman. Il tuo “passo di danza” preferito? Piroette dalla quarta posizione. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico? Probabilmente Jorge ...

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Le eteree ballerine romantiche dell’800: Carlotta Grisi

Nata in Istria (Visinada, 1819 – St. Jean, Ginevra, 1899) da una famiglia di cantanti, Carlotta Grisi (nome completo Caronne Adele Josephine Marie Grisi) decise di dedicarsi allo studio della coreutica. Entrò alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano a sette anni e già a dieci anni danzava nel Corpo di ballo scaligero. Carlo Blasis fu il suo autorevole maestro. Durante una tournée con la Scala a Napoli incontrò Jules Perrot il quale divenne suo Maestro e amante. Debuttò a Londra nel 1836 e si esibì con Jules Perrot. Apparve poi a Parigi al Théâtre de la Renaissance (1840 dove cantò e ballò nella produzione intitolata Le Zingaro) e un anno dopo, andò in tournée con Perrot in altre parti d’Europa. Grazie ai contatti di Perrot, la coppia lavorò a Parigi, Londra, Vienna, Monaco e Milano, dove lei cantò e ballò, anche se divenne celebre e celebrata per l’arte del balletto. Danzando le coreografie di Perrot ottenne forte visibilità e ammirazione sia dal pubblico che dalla critica. Nel 1841 debuttò ne La favorita di Gaetano Donizetti, coreografata da Perrot all’Opéra di Parigi. Il suo ruolo più importante è senza dubbio quello di Giselle nel più grande balletto ...

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La Scuola di Ballo scaligera inaugura il Festival di Nervi

Si apre sabato 28 giugno 2025 a Genova, il Nervi International Ballet Festival 2025, una celebrazione dell’arte della danza. Il Festival si inaugura alle ore 20 con L’Accademia Teatro alla Scala al Teatro Carlo Felice. La Scuola di Ballo diretta da Frédéric Olivieri presenta La fille mal gardée con la coreografia firmata dallo stesso Frédéric Olivieri sulla partitura di Peter Ludwig Hertel. La produzione si annovera fra i balletti più antichi ad essere rimasti nel repertorio, essendo nato all’epoca della Rivoluzione francese. In scena una sessantina di giovanissimi ballerini fra il 2° e l’8° corso. La Scuola di Ballo torna a interpretare La fille mal gardée, che ha debuttato al Teatro alla Scala nell’aprile 2023 con la coreografia firmata da Frédéric Olivieri sulla partitura di Peter Ludwig Hertel. È Jean Bercher Dauberval a curare la prima coreografia del balletto, dal titolo Le ballet de la paille, ou il n’est qu’un pas du mal au bien, che va in scena al Grand Théâtre de Bordeaux nel 1789 su uno zibaldone di temi e canzoni popolari francesi. Il balletto conosce nel tempo numerose edizioni e molteplici modifiche nel titolo, nei nomi dei personaggi, nella coreografia e nella partitura musicale. Il balletto, che ...

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Su Rai 5 il “Gala des étoiles” dalla Scala per Expo 2015

Rai 5 trasmette venerdì 27 giugno alle ore 17.45, il “Gala des Étoiles” registrato al Teatro alla Scala nel 2015 dove le eccellenze internazionali del balletto Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Massimo Murru, Polina Semionova, Alina Somova, Lucia Lacarra, Maria Eichwald, Leonid Sarafanov, Ivan Vasiliev, Nicoletta Manni, Claudio Coviello, Mick Zeni, Melissa Hamilton, Maria Vinogradova e Marlon Dino si sono riunite per uno spettacolo che celebra la danza. Sul podio a dirigere l’Orchestra della Scala il Maestro David Coleman. Direttore del corpo di ballo Makhar Vaziev. Andato in scena nella rosa di eventi che la capitale lombarda ha ospitato in occasione dell’Expo 2015 ha riunito eccezionali talenti internazionali e una vera e propria costellazione di ballerini ospiti provenienti da tutto il mondo, tra astri nascenti e luminari dell’universo. Il programma è così articolato: Pas De Deux da Light Rain su coreografia di Gerald Arpino, musiche di Douglas Adams e Russ Gauthier (interpreti Lucia Lacarra e Marlon Dino). L’histoire de Manon (Pas De Deux, Atto I, Scena II) su coreografia di Kenneth MacMillan, musica di Jules Massenet (interpreti Melissa Hamilton e Claudio Coviello). La rose malade su coreografie di Roland Petit, musica di Gustav Mahler (interpreti Maria Eichwald e Mick Zeni). Grand ...

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Ritorna “Il lago dei cigni” di Rudolf Nureyev alla Scala

“Il lago dei cigni è per me un lungo sogno del principe che, nutrito di letture romantiche che hanno esaltato il suo desiderio di infinito, rifiuta la realtà del potere e del matrimonio che gli impongono la madre e il precettore. È lui, quindi, che, per sfuggire al malinconico destino che gli si prepara, fa entrare nella sua vita la visione del lago. Nella sua mente nasce un amore idealizzato e la proibizione che esso comporta: di qui il cigno nero e Rothbart, figure speculari, trasposizioni negative del cigno bianco e del precettore. Quando il sogno svanisce la ragione del principe non potrà sopravvivere.” Nella lettura di Rudolf Nureyev al centro di tutte le linee drammaturgiche è Siegfried, principe romantico dall’animo malinconico e meditativo. Una versione introspettiva e complessa sul piano tecnico e interpretativo, che omaggia la storia, la tradizione e il grande repertorio nelle iconiche figurazioni dei candidi cigni. 7, 10, 12, 15, 16, 18 luglio 2025 IL LAGO DEI CIGNI Coreografia Rudolf Nureyev da Marius Petipa e Lev Ivanov Regia di Rudolf Nureyev Supervisione coreografica Laurent Novis Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij Scene Ezio Frigerio Costumi Franca Squarciapino Luci Andrea Giretti Direttore Vello Pähn Corpo di Ballo e Orchestra ...

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