“La Bayadére” ovvero “la danzatrice del tempio” catalogato come “balletto-sinfonico” è uno di quei titoli che incarnano appieno la concezione della danza classica e della sua disarmante purezza grazie ad un racconto epico di amore e vendetta divina. Ambientato nell’antica India, indica un altrove dove l’esotismo si tramuta in un riflesso culturale che mira ad esaltare e ad imitare usi, forme, suggestioni e misteri di paesi lontani. Questo tema era particolarmente in voga nell’arte del balletto intorno al XIX secolo. Nel 1838 una compagnia di danzatori indiani fece tappa a Parigi con autentiche bayadere (termine coniato dagli occidentali – in special modo dai viaggiatori – in riferimento alle danzatrici indiane che si esibivano in feste e cerimonie religiose e profane) e l’interesse per l’esotico aumentò confermando il fascino delle genti europee nei riguardi dell’Oriente. Il balletto “La Bayadère” nella sua forma originale si dipana in quattro atti su musica di Léon Minkus e coreografia di Marius Petipa il quale si lasciò ispirare da più fattori: sicuramente dalle cronache lette sulla stampa nel 1875 a proposito della visita del Principe di Galles in India, senza tralasciare la suggestione tratta dal balletto “Sakountala” di suo fratello Lucien su libretto di Théophile Gauthier ...
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L’ispiratrice del balletto “La Camargo”, diva del ‘700
“La Camargo” è un balletto pantomima in tre atti e nove scene con due divertissement su coreografia di Marius Petipa e musica di Ludwig Minkus. Il libretto venne scritto da Henri Vernoy de Saint-Georges nel 1864 per la danzatrice Maria Surovichshkova-Petipa nel ruolo di Marie Camargo, ma il balletto prese vita solo nel 1872 a beneficio della danzatrice tedesca Adèle Grantzow. La trama narra un fatto realmente accaduto alla virtuosa prima ballerina Marie Camargo e a sua sorella Madeleine le quali vennero rapite dal Conte de Melun e condotte presso il nobile Palazzo per un intrigo sentimentale. Il balletto andò in scena in prima assoluta nel dicembre del 1872 al Teatro imperiale Bolshoi Kamenny di San Pietroburgo (in seguito demolito per lasciare posto alla costruzione del Conservatorio Rimski-Korsakov) con protagonisti Adèle Grantzow (Marie Camargo), Alexandra Virginia (Madeleine Camargo), Lev Ivanov (Vestris, il Maître de Ballet ) e Timofei Stukolkin (conte de Melun). In seguito la coreografia fu ripresa da Lev Ivanov per il Balletto Imperiale con interprete la prima ballerina assoluta Pierina Legnani al Teatro Mariinsky nel 1901 per una serata d’onore e di beneficenza che vedeva l’addio alle scene russe della danzatrice milanese che si era formata alla Scuola ...
Read More »“La ballerina dello zar”: Un libro che racconta l’emozionante storia di Mathilde Kschessinskaya
Esisteva una lunga e arcaica tradizione russa in virtù della quale imperatori, granduchi, conti ed ufficiali sceglievano le proprie amanti tra le ballerine di danza classica. E questo fu anche il destino di Mathilde Kschessinskaya, prima ballerina dell’eccelso Teatro imperiale Mariinsky e protagonista del romanzo storico La ballerina dello zar, uscito il 25 novembre 2010 in tutte le librerie per Neri Pozza. L’autrice del libro, Adrienne Sharp, ci racconta la vita di una grande donna passata alla storia come una delle più talentuose ballerine di tutti i tempi e come l’amante dell’ultimo zar Nicola II, detto Niki. L’incontro tra l’Imperatore e la prima ballerina, come si racconta nel libro, avvenne durante uno dei saggi della scuola di ballo del Teatro Mariinsky, che venivano allestiti grazie ai finanziamenti degli zar Romanov. Era il 23 marzo 1890 quando lo zar Alessandro III, in occasione delle sobria cena che seguì il saggio finale della scuola, fece sedere alla sua sinistra Nicola e, accanto a lui, la ragazza che più di tutte prometteva di essere una stella del Mariinsky, Mathilde Kschessinskaya. Nel romanzo, ambientato nei fasti del grande stato sovietico dal 1890 al 1920, la storia d’amore tra Niki e Mathilde si intreccia inesorabilmente ...
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