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L’arte invisibile dei profumi ispirati alla danza

Nel silenzio di un teatro vuoto, un danzatore solleva il braccio come se scrivesse nell’aria. Il gesto è puro, effimero, ma resta nell’immaginazione. Così è anche il profumo: invisibile, ma memorabile. È naturale, dunque, che tra danza e profumeria esista un dialogo segreto, fatto di ispirazioni incrociate, affinità sensoriali e omaggi nascosti. Danza e profumo condividono una natura immateriale. Non si possono afferrare, non si possono trattenere. Ma restano. Un passo sulla scena, una nota olfattiva nell’aria: entrambi agiscono sulla memoria emotiva, evocano storie, risvegliano sensazioni. Alcune maison hanno colto questa connessione e l’hanno trasformata in composizione. Misia di Chanel (Les Exclusifs) Ispirato a Misia Sert, musa di artisti e grande amica di Coco Chanel, questo profumo omaggia l’universo della danza parigina di inizio Novecento. Sentori di rosa poudré, violetta e iris evocano i palchi dei Ballets Russes e il trucco delle étoile. La Danza delle Libellule di Nobile 1942 Un nome preso da un’operetta del primo Novecento, ma con un tocco moderno e gourmand. Fragola, mela e vaniglia in una coreografia dolce e sognante. Un profumo che balla tra romanticismo e teatralità. L’Après-midi d’un faune di Etat Libre d’Orange. Ispirato al balletto di Nijinsky, a sua volta tratto dal ...

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Lindsay Kemp “For You!”: un sogno verso l’Oriente

Lindsay Kemp raccontato da un fiume di foto, video, disegni originali e danza dal vivo in una mostra-evento curata dai suoi più stretti collaboratori, David Haughton, braccio destro di Lindsay per quasi 50 anni, e Daniela Maccari, sua prima ballerina, coreografa e strettissima collaboratrice. Un evento per continuare a far “danzare” Lindsay Kemp, uno dei maestri più eclettici e visionari del teatro-danza, che ha saputo creare mondi fantastici e profondi, ricchi di simbolismi e trasformazioni, influenzando il modo di far teatro a partire dalla fine degli anni ’60. Una mostra immersiva che racconta lo spirito poetico di Lindsay Kemp, con un focus speciale sulla sua fascinazione per il Giappone e il teatro giapponese, in occasione del 35 anniversario della prima di Onnagata-Il Canto di Orfeo, la sua creazione “giapponese”, avvenuta proprio in Italia il 26 ottobre 1990. Lindsay Kemp “For You!” – Un sogno verso l’Oriente è una mostra “totale” con foto storiche di Lindsay nelle sue più importanti trasformazioni, tra cui Onnagata, Flowers, Salome, Kabuki Courtesans, quadri e disegni di Lindsay, bozzetti per costumi di scena. Ed ancora i meravigliosi Kimono indossati da Lindsay nello spettacolo Onnagata, maschere e ventagli. Il mondo onirico kempiano prenderà vita animandosi in uno ...

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La Danza Segreta di Caterina “la grande”

Quando si parla di Caterina II di Russia, detta “la Grande”, si pensa subito a una delle sovrane più potenti e illuminate dell’Europa del Settecento. La sua figura domina per le riforme, le conquiste territoriali, la corrispondenza con Voltaire e Diderot. Meno noto, ma altrettanto affascinante, è il suo rapporto con l’arte della danza. Sotto il suo regno, il balletto non fu soltanto uno svago di corte: divenne uno strumento politico, culturale e identitario, che contribuì a forgiare l’immagine della Russia come potenza moderna e raffinata. Caterina, nata principessa tedesca con il nome di Sophie von Anhalt-Zerbst, arrivò in Russia nel 1744 per sposare il futuro zar Pietro III. Ma fu solo dopo aver preso il potere con un colpo di Stato nel 1762 che iniziò davvero a plasmare il Paese secondo la sua visione. Fra i suoi obiettivi principali c’era la “civilizzazione” della nobiltà russa, che passava anche attraverso l’adozione delle arti occidentali. La danza, in questo contesto, non era un semplice passatempo aristocratico. Era il simbolo di una cultura sofisticata e razionale, che si basava su regole, disciplina e armonia. Caterina ne comprese perfettamente il valore: promuovere il balletto significava avvicinare la Russia ai canoni estetici e morali ...

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Il primo ballerino Alessandro Frola “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? Nijinsky di John Neumeier. Il Teatro del cuore? Il Sistina di Roma. Un romanzo da trasformare in balletto? Il Piccolo Principe. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Farinelli – Voce Regina. Il costume di scena indossato che hai preferito? Mercuzio in “Romeo e Giulietta”. Quale colore associ alla danza? Viola. Che profumo ha la danza? Incenso. La musica più bella scritta per balletto? Le composizioni da Chopin. Il film di danza irrinunciabile? Billy Elliot e The Red Shoes. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev e Gelsey Kirkland. Il tuo “passo di danza” preferito? Pas de chat, Brisé. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Albrecht. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? John Neumeier. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie per l’ispirazione e l’arte. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Passione, libertà ed educazione. Come ti vedi oggi allo specchio? Vedo parti che non mi piacciono ma le accetto sempre. Michele Olivieri Foto di Infinitesky Photography www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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Addio alle scene per il grande primo ballerino Guillaume Côté

L’icona della danza canadese Guillaume Côté è pronto a dare l’addio alle scene il 5 giugno con la serata Adieu, dopo ventisei anni di danza. Grand Mirage è il suo nuovo lavoro creato appositamente per celebrare questa importante occasione e per onorare la sua eredità di principal e tra i primi coreografi associati nella storia del Ballet National of Canada. Il programma include anche il suo Boléro e le anteprime mondiali di Reverence e Kings Fall di Ethan Colangelo e Jennifer Archibald. Grand Mirage è una potente opera multimediale creata con il regista canadese Ben Shirinian. Un hotel chiamato Grand Mirage è la metafora calzante della transizione, in cui una figura centrale riflette sul passato e si affaccia su un futuro di nuove possibilità. Grand Mirage rende omaggio alla passione di Côté per la performance e la coreografia, catturando sia l’euforia di quest’ultimo momento sia la tristezza del dover dire addio. Un piccolo ensemble di uomini e una protagonista femminile definiscono il favoloso Bolero di Guillaume Côté, creato per il 60° anniversario del Diamond Gala del Balletto Nazionale nel 2012. Il pezzo si sviluppa sulla celebre musica di Maurice Ravel, partendo da un tema iniziale unico e sviluppando numerosi elementi che interagiscono ...

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Paolo Bortoluzzi: un ricordo nell’87° anniversario dalla nascita

Paolo Bortoluzzi nacque a Genova il 17 maggio del 1938 e si spense a Bruxelles il 15 ottobre del 1993. Sicuramente fu uno dei più grandi ballerini del nostro tempo, un’eccellenza e un artista aperto alle esperienze tersicoree tra le più moderne, oltre alle innate doti da danseur noble per intimenticabile grazia. Sostenuto da un fisico massimamente duttile e controllato, possedeva una netta precisione nei movimenti, un calibrato rigore e una sensibilità esecutiva che lo trasformarono in un grande interprete. Studiò danza dapprima a Genova. Allievo di Ugo Dell’Ara, Nora Kiss, Viktor Gzovskij e di Asaf Messerer, debuttò a diciannove nel capoluogo ligure, partecipando al Festival internazionale del Balletto di Nervi diretto da Mario Porcile nel 1957 e poi a Milano. Negli anni a Nervi si vide con il Balletto Europeo diretto da Léonide Massine, con i Ballets des Etoiles di Milorad Miskovitch e con il Balletto del Novecento di Maurice Béjart. In quegli anni nasce il suo sodalizio con Carla Fracci che li vedrà in seguito splendidi protagonisti in numerose coreografie. Bortoluzzi si distinse come un danzatore classico di nuovo stile, adatto ad una nuova epoca. Vinse al concorso Viotti di Vercelli nel 1958 il premio di pas de deux ...

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A settembre nuovo trittico alla Scala firmato da Kylián, Béjart e Lander

Rivedremo Roberto Bolle in scena a settembre all’interno del nuovo programma dedicato a Jiří Kylián, Maurice Béjart e Harald Lander, che prende il posto, per questioni logistiche, della serata Aspects of Nijinsky. Nel trittico, impostato dal nuovo direttore del Ballo Frédéric Olivieri, Petite Mort di Jiří Kylián, Études di Harald Lander e Boléro di Maurice Béjart che vedrà Roberto Bolle in scena per quattro rappresentazioni. Tre capolavori, di diverse epoche del Novecento, in omaggio all’arte della danza e ai danzatori, che sublimano il loro impegno quotidiano nelle emozioni dei balletti che riportano in vita, entrando nel linguaggio e nella creatività dei grandi Maestri e nella loro originalità stilistica. Simbolo ne è Études di Harald Lander, che torna alla Scala dopo oltre vent’anni, raffinata rappresentazione del lavoro dei danzatori dai difficili anni di formazione verso la perfetta fusione di arte e tecnica. Quella che viene esaltata anche nel gioiello coreografico di Jiri Kylián Petite Mort, su due tra i concerti più belli e famosi di Mozart e nella potente sensualità e intensità trascinante del balletto-icona di Béjart sul Boléro di Ravel, cuore pulsante del trittico, che ritrova sul mitico tavolo rotondo l’étoile Roberto Bolle.   22, 23, 24, 25, 26, 28, ...

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Kor’sia presenta IGRA ispirato al balletto “Jeux” di Nijinsky

Una pièce coreutica ambientata in un campo da tennis e pensata come scrittura coreografica in dialogo tra presente e passato. Le origini di Igra risalgono a Jeux, opera breve incentrata sul processo creativo dell’omonimo balletto di Nijinsky, creata nel 2018 dal collettivo vincitore dell’ultimo Fedora Prize – oggi tra i protagonisti riconosciuti della scena internazionale. Igra suppone questa esplorazione, di cui non c’è quasi più nessuna traccia: qui, come sempre, la potenza visiva gioca un ruolo decisivo, che pur non essendo un docu-drama danzato su quell’epoca e quelle opere, è pieno di riferimenti che appaiono in modo sottile e intermittente.  Lontano dallo scopo di riprodurre o ricreare, ma con l’idea di fare convivere epoche distanti sulla stessa linea del tempo, Kor’sia prende da Nijinsky ed elabora alla luce della contemporaneità, utilizzando beat elettronici che si avvicinano ai ritmi delle danze russe e unendo balletto classico e danza contemporanea, con la capacità di identificare in un lavoro passato un potenziale non ancora esaurito. Mattia Russo e Antonio de Rosa, registi e coreografi, insieme al ricercatore e cofondatore di arti viventi Giuseppe Dagostino e ad Agnès López-Río, docente di arti performative e consulente artistico, sono i principali artefici del collettivo Kor’sia. Antonio ...

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Danza tra genio e follia con “Nijinsky” di Marco Goecke

L’11 febbraio 2017 torna al Teatro Ponchielli di Cremona Gauthier-Dance/Dance Company Theaterhaus di Stoccarda, con Nijinski, coreografia Marco Goecke, su musiche di Frédéric Chopin, Claude Debussy e Libana. Diretta da Eric Gauthier e considerata una delle migliori compagnie di danza tedesche, Gauthier Dance è composta da sedici giovani e versatili danzatori, e si distingue per il suo repertorio eterogeneo e per le sue collaborazioni con coreografi di fama internazionale, come William Forsythe, Jiří Kylián, Itzik Galili e appunto Goecke. Il suo Nijinsky racconta la storia artistica e personale di uno dei più straordinari artisti del XX secolo, affetto da schizofrenia, ma interprete di ruoli rimasti nella storia della danza, come il pagliaccio in Petrushka di Stravinsky, lo spirito della rosa in Spectre de la Rose, lo schiavo in Scheherazade. Lo spettacolo ha riscosso grande successo da critica e pubblico allo scorso Festival Bolzano Danza facendo riflettere sull’importanza dell’arte e sul prezzo che essa esige da tutte le menti creative, attraverso la vita e le opere di questo straordinario artista. ORARI & INFO 11 febbraio 2017, ore 21.00 Teatro Ponchielli Corso Vittorio Emanuele II, 52 26100 Cremona CR Telefono: +39 0372.022010 E-mail: info@teatroponchielli.it. Stefania Napoli Fotografia: Regina Brocke www.giornaledelladanza.com

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