L’incontenibile estro creativo di Micha van Hoecke genera un nuovo lavoro che, dopo Le Baccanti, porta ancora una volta il coreografo a confrontarsi con le origini del teatro. E ancora una volta sono la tragicità e l’attualità di quel mondo lontano a fare da protagoniste nella creazione di van Hoecke. Partendo dalla rappresentazione euripidea, e passando per quella successiva di Seneca, il filo rosso che lega Le Troiane alle fonti originarie è il motivo dell’inutilità della guerra, del lutto e del dolore che essa provoca. Ciò a qui sono sottoposte dal vincitore le donne troiane dopo la sconfitta dei loro uomini sposta l’attenzione dall’eroismo dei vittoriosi alla dignità dei vinti; sono le storie di Cassandra, Andromaca, Elena, e soprattutto Ecuba, moglie di Ettore, la cui sorte è ancora peggiore alla schiavitù, quella a cui sono destinate le altre: la guerra le costerà la vita del figlio Astianatte, figlio dell’eroe Ettore, che viene precipitato dalle mura di Troia per evitare che possa vendicare il padre e continuarne la stirpe. Danza e parola, gesto e musica sono i diversi linguaggi che il coreografo usa in un intreccio simbiotico per rileggere una storia sempre attuale come sono quelle raccontate dalle tragedie antiche; Micha ...
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