Non solo danza ma anche tanti, tantissimi messaggi. Tra “esportazione della democrazia”, multiculturalismo e politicamente corretto, oggi esiste veramente la libertà di dire ciò che si vuole? Personalità eclatante e al tempo stesso lontana dallo star system, Lloyd Newson pone a tutti questa domanda in Can we talk about this?, ultimo lavoro da lui creato con il suo collettivo DV8 e che arriverà a Roma in prima nazionale il 12 Ottobre. Dai roghi in piazza del libro “I versi satanici” di Salman Rushdie, all’omicidio di Theo Van Gogh, regista olandese, fino ai fumetti su Maometto pubblicati in Danimarca che crearono violenti disordini in tutto il mondo: Newson parte proprio da qui per elaborare il suo nuovo spettacolo. La pièce affronta tematiche importantissime e assai scottanti come le politiche multiculturali, la censura sugli artisti, la libertà di stampa e di espressione. Esponente di punta del physical theatre, Lloyd Newson è nato a Melbourne nel 1957. Ha danzato per un breve periodo nel New Zealand Ballet per poi trasferirsi a Londra e frequentare la School of Contemporary Dance. Dopo i fiammeggianti esordi nei primi anni ’80 per lo Extemporary Dance Theatre, nel 1986 partecipa attivamente alla formazione di DV8 di cui, tra ...
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