La coreografa tedesca Pina Bausch, creatrice del teatro-danza, scompare prematuramente nel giugno del 2009, poco prima che la sua Compagnia internazionale, il Tanztheater Wuppertal, si rechi in Italia per presentare lo spettacolo Bamboo Blues al Festival di Spoleto. Da allora è in corso un progetto di recupero e digitalizzazione dell’Archivio di Pina Bausch contenente tutto il materiale che riguarda il lavoro, l’Opera e le tournées internazionali dell’artista e del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. Affidato alla Pina Bausch Foundation, diretta da Rolf-Salomon Bausch (figlio della coreografa), questo lavoro sta dando adesso i suoi primi frutti con l’inattesa scoperta di un lungometraggio da lei diretto e mai reso pubblico fino a ora. È stato recentemente rinvenuto, nell’Archivio della Pina Bausch Foundation, un secondo lungometraggio, AHNEN ahnen, che Pina Bausch aveva realizzato nel 1987 quando stava girando Il Lamento dell’Imperatrice (1990), unica altra produzione cinematografica resa nota fino ad ora. La straordinaria scoperta di questo documento, che è restato depositato nell’Archivio per un quarto di secolo, racconta dell’originale, misterioso e millimetrico metodo di lavoro di Pina Bausch con la sua Compagnia, come furono create le opere che hanno commosso fino ad oggi il mondo intero. AHNEN ahnen (1987, 77’, L’Arche Editeur, 2014), era ...
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Il regista Wenders omaggia Pina Bausch con il film ‘Pina 3D’
“Da film sulla Bausch a film per la Bausch”. Wim Wenders trasforma il suo ‘Pina 3D’, evento speciale del Festival Internazionale del Film di Roma. Il 3D sembra una sfida alla quale i grandi del cinema non intendono rinunciare. Ora ci prova Wenders con il suo”Con il 3D finalmente anche le immagini raggiungono lo stesso livello di progresso degli altri elementi filmici: non è una fase passeggera, ma una nuova forma di linguaggio che diventa nuova forma espressiva. E di questo sono contento”, afferma Wenders, che ha una grande fiducia nel progresso tecnologico. E qui dimostra che il 3D apre le porte a nuove possibilità espressive, non solo nell’animazione: ”Solo quando ho avuto la possibilità di incorporare la dimensione dello spazio, ho potuto tentare di rappresentare il teatro-danza di Pina. Lei mi spingeva molto a portarlo avanti, ma io temevo di non sapere come realizzare il film, finché non ho scoperto il 3D”, sostiene il regista tedesco. Anche se questo ha comportato un film senza protagonista, venuta a mancare poco prima dell’inizio delle riprese. Un vuoto affettivo incolmabile per Wenders, ”è il coraggio dei ballerini del Tanztheater a spingermi a continuare: si è trasformato da un film su Pina Bausch ...
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