Uno spettacolo che riflette l’intenzione di dare forma alla fantasia dell’essere umano, una messa in scena di quello spazio d’immaginazione che risiede dentro ognuno di noi. Come un bambino dentro una stanza vuota, o una persona davanti ad una finestra, quello che vediamo è la forma, ma escludiamo totalmente la sostanza che sta dentro quell’immagine, l’universo racchiuso. La nostra parte immaginifica, la capacità di creare al proprio interno un mondo diverso, di racchiudere qualcosa che non ci appartiene ma che è parte di noi, la nostra diversità. Con JAND Francesco Sgrò mette in scena il suo mondo interiore, dove tutto è verosimile ma mai completamente reale. Abita un mondo che è il suo, che non necessariamente risponde alle leggi fisiche e comportamentali normali, gli oggetti appaiono e scompaiono dalla scena, sono manipolati e trasformati, assumono una vita propria, ma non solo. In scena sono in due: un musicista, Pino Basile, che divide lo spazio con il giocoliere, danzatore, acrobata, Sgrò, e il rapporto che si genera è quello tra due artisti che si relazionano in scena scavalcando le proprie arti senza inibizioni. Non intende mettere in scena una storia, semmai stimolare la parte onirica, differente per ogni spettatore. Questo lavoro ...
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