La presenza maschile nelle scuole di danza o nelle compagnie è nettamente inferiore rispetto a quella femminile. Spesso questo divario è dovuto a preconcetti che permeano e intossicano il mondo della danza, in particolare quello del balletto. Sappiamo bene che, perfino nel 2023, se un ragazzo decide di iscriversi a un corso di danza, troppa gente si fossilizza banalmente sulla sua identità sessuale, senza considerare la passione e l’inclinazione artistica. Questi pregiudizi si insinuano nel ragazzino stesso che si preclude la possibilità di scegliere una disciplina entusiasmante, coinvolgente e formativa per paura del giudizio sciocco e prevenuto degli altri. Se ragazzo fa calcio, nuoto, break dance o hip hop va benissimo, è ‘normale’, ma se sceglie il balletto o la danza moderna il giudizio popolare cambia. Perché? Cosa c’è di anomalo, bizzarro o sbagliato per un ragazzino nel voler diventare un ballerino o studiare danza? Niente, anzi. La danza valorizza le capacità, la determinazione e le qualità. Permette di esprimere se stessi e la propria identità, senza distinzione di genere, e non c’è libertà più grande di questa. Stefania Napoli © www.giornaledelladanza.com
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