Un uomo che si crede Cristo, un uomo che finge di essere Cristo, un povero cristo. Tutti plausibili, legittimi, connessi, inestricabili aspetti e manifestazioni di una “forma” schizofrenica che la figura del performer stratifica sulla scena come su di un antico palinsesto; con il suo corpo e la sua voce, nel suo corpo e nella sua voce. Un uomo dotato di autoironia e di dubbi, un poco smemorato e anche vanitoso, che forse soffre di un disturbo di personalità multipla. È questa la dimensione concepita da Roberto Zappalà per la sua nuova creazione, intitolata Kristo (quadri di dubbia saggezza), reduce dal successo del debutto nazionale e in scena in prima siciliana dal 9 al 18 dicembre al Teatro Verga di Catania, per la stagione del Teatro Stabile. Regia e linguaggi del corpo ma anche luci e costumi portano la firma di Roberto Zappalà. Nel lavoro precipuo rilievo assumono i testi, in gran parte una selezione di autori eccellenti: tutto a cura e con i raccordi del drammaturgo Nello Calabrò, che lavora da anni in simbiosi con Roberto Zappalà e la sua Compagnia. Nelle recite si alternano Salvatore Romania e Massimo Trombetta, due interpreti di vivida intensità e profonda introspezione, che ...
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