Ballerina professionista, maestra e coreografa internazionale, Leysis Smith, si è formata all’Accademia dell’Avana, Cuba. La sua carriera inizia da piccola presso la scuola classica “L y 19”, all’Avana, sotto la direzione di Alicia Alonso. Studia Danza Moderna presso l’ENA, Scuola Nazionale di Arte a Cuba, danza contemporanea guadagnandosi l’ammissione alla scuola di Narciso Medina, primo ballerino a Cuba. Scelta da Empresa Artistica “UNEAC”, Union Nacional e Artistas Cubanos dell’Avana per rappresentare vari spettacoli in Messico, Spagna, Montecarlo, Tenerife, Santa Lucia e l’Italia, Leysis partecipa al Jazz Latino Music Festival, celebrato a Saint Martin, con il gruppo di Chucho Valdes insieme a Pupi y Los Que Son Son, Mayra Caridad Valdés, Changuito insieme a molti altri artisti. Insegna in Italia e fa parte del famoso gruppo ‘Latin Black’ guidato da Seo Fernandez. Come hai intrapreso la strada nel mondo della danza? Una delle cose che più apprezzo del mio Paese, Cuba, è l’attenzione, la dedizione, per ogni forma di arte. Dopo averli potuti conoscere e sperimentare, ciascuno di noi ha l’opportunità, fin da piccolo, di scegliere a quale percorso artistico avvicinarsi; e così, canto, ballo ma anche pittura o recitazione diventano per noi potenziali strade integrative alle tradizionali discipline ...
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“Passi di danza” – La Rumba: schiavitù e danza
Nel 1914 il critico musicale statunitense Krehbiel scrisse: “perché poi a selvaggi privi di una tradizione musicale o artistica in generale si debba attribuire una sensibilità estetica più raffinata di quella di popoli che da secoli coltivano la musica, questo oltrepassa le mie limitate capacità di comprensione”. A partire dal XVI secolo carichi di centinaia di schiavi africani furono costretti con la forza ad approdare sulle coste americane. E’ questo l’inizio della storia della Rumba? La più grande deportazione di esseri umani che la storia abbia mai raccontato: dall’Africa al nuovo mondo interi popoli furono resi schiavi per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero. Le origini della rumba trovano conferma in un’America terra di schiavi ai quali i proprietari terrieri potevano proibire tutto, anche “di riunirsi con il proposito di bere e danzare”. Sia i neri deportati nell’America continentale sia quelli confinati nelle isole caraibiche vissero orrende condizioni di privazioni. Ciò non frenò il desiderio di libertà d’espressione. Ernest Anserment, in merito agli schiavi neri, scrisse: “… quando il nero è triste, lontano da casa, dalla madre… allora pensa ad un motivo… prende il trombone o il tamburo oppure canta o balla e scandaglia le profondità della sua immaginazione”. ...
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