Il 26 ottobre scorso, decine di ballerini freelance, studenti e giovani danzatori di tutti gli stili di danza e di tutte le età si sono uniti davanti al Parlamento a Londra per evidenziare l’impatto della crisi Covid sull’industria della danza e delle arti. Con i teatri chiusi e spettacoli che avevano appena iniziato a tornare sui palchi nel Regno Unito e in tutto il mondo, l’industria della danza deve affrontare una crisi che colpisce tutti coloro che la compongono: insegnanti, proprietari di scuole, coreografi, compagnie private, produttori e venditori di abbigliamento da ballo, costumisti, tecnici delle luci, musicisti, produttori e via dicendo. I danzatori vogliono mostrare ai governi che la danza non è solo un lavoro, è una forma d’arte, una carriera che richiede anni di allenamento, fatica, sacrifici. Non solo, la danza insegna il rispetto delle regole e degli altri, la serietà degli impegni presi, quindi, anche e soprattutto a livello sociale, l’impatto della danza è essenziale per mantenere una comunità improntata al rispetto e alla tolleranza. Arlene Phillips, nota coreografa, vincitrice del premio Laurence Olivier ed ex giudice di Strictly Come Dancing, presente alla manifestazione di Londra, ha dichiarato quanto segue: “Tutti coloro che lavorano nelle arti dello ...
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