La perfezione è un’idea astratta che tutti vogliono raggiungere. Nel caso del danzatore, il perfezionismo è qualcosa di innato e motivante, un tributo fisico ed emotivo a una forma d’arte che richiede a chi la pratica di passare ore davanti agli specchi in vista di un ideale irraggiungibile. Se il perfezionismo diventa eccessivo, può trasformarsi nella rovina del danzatore e nell’allontanamento dal vero senso della danza. La ‘sindrome dell’anatra’ è un detto coniato all’Università di Stanford per descrivere l’atteggiamento di alcuni studenti che, seppur essendo stressati e carichi di impegni accademici, nascondono la fatica e si mostrano sereni e positivi. Anche le anatre in apparenza scivolano sull’acqua con grazia e senza fatica, ma in realtà agitano freneticamente le zampe per mantenersi a galla e contrastare le correnti. Così fa il ballerino che deve lavorare duramente senza però dare l’impressione di sforzarsi e senza mostrare la fatica. Non è solo una questione psicologica, ma anche fisica. Soprattutto nella danza classica, i tentativi di ottenere la linea perfetta possono danneggiare il corpo del danzatore che impone posizioni innaturali ad anche, colonna vertebrale e piedi. I ballerini d’altro canto godono di un’eccezionale propriocezione, la consapevolezza della posizione del corpo e del suo ...
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