Jewels, presentato a New York il 13 aprile 1967, figura come eccezione, sia nell’originale repertorio di George Balanchine, sia nella storia del balletto, essendo una lunga coreografia, a serata intera, in tre “atti”, priva di spunti narrativi e guidata da un solo e unico tema: le pietre preziose. Lo stesso Balanchine racconta che l’idea della creazione di un nuovo balletto con costumi cosparsi di gioielli (poi firmati dalla prediletta costumista Karinska) cominciò a balenargli nella mente quando un amico gli presentò il gioielliere ClaudeArpels. Tempo dopo, il coreografo ebbe modo di ammirare, a New York, una sua splendida collezione di preziosi proprio nella gioielleria “Van Cleef & Arpels”. La cosa non dovette lasciarlo indifferente: da orientale, da georgiano del Caucaso, Balanchine confessò sempre la sua passione per il colore delle gemme e la bellezza delle pietre preziose. E fu molto soddisfatto nel constatare, durante l’allestimento del balletto, come i gioielli applicati da Karinska ai costumi si avvicinassero molto agli originali. Anche se accecato dall’abbacinante luce dei bijoux, Balanchine non rinunciò di certo ad attingere, anche in questo balletto, alle sue abituali fonti ispiratrici: ovvero la musica che in quel momento lo seduceva e i danzatori che più lo affascinavano. All’epoca, ...
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