Nel mondo della danza classica accademica, ogni movimento, ogni gesto, ogni posizione porta con sé secoli di storia, estetica e significato. Tra questi, la reverence occupa un posto di rilievo, non tanto per la sua complessità tecnica, quanto per la sua carica simbolica e il suo valore rituale. Spesso relegata alla fine della lezione o dello spettacolo, la reverence è in realtà un momento profondamente significativo, dove si intrecciano rispetto, gratitudine e consapevolezza artistica. Il termine reverence deriva dal francese, lingua ufficiale della terminologia del balletto classico, e significa “riverenza” o “atto di rispetto profondo”. Storicamente, la reverence affonda le sue radici nelle corti europee del XVII secolo, dove la danza era parte integrante dell’educazione aristocratica. I ballerini, spesso nobili essi stessi, erano tenuti ad esprimere omaggio al re, alla corte e ai maestri attraverso gesti codificati, eleganti e misurati. Con il tempo, queste formule di saluto e ringraziamento si sono cristallizzate nella pratica della danza accademica. In ambito didattico, la reverence viene eseguita alla fine di ogni lezione, in particolare dopo il lavoro alla sbarra e dopo il centro. È un gesto semplice ma solenne, sovente accompagnato da una musica lenta e cerimoniale. Le ballerine inchinano il busto e ...
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