Il progetto si articola riflettendo sulla costruzione umanistica del Palazzo Ducale che traspare evidente dal succedersi di eventi architettonici e simbolici. Come un corpo umano in ascolto, il Palazzo ha la capacità di risuonare e dialogare con un tessuto cittadino più ampio per espandersi alla campagna, come ci indica mirabilmente Giancarlo De Carlo nei suoi studi urbanistici. La luce che modella e accarezza gli spazi aperti è come un messaggero che filtra nei corridoi e nelle stanze facendo apparire sempre nuovi volumi. I sotterranei respirano il senso del suolo e delle materie primarie, l’acqua in primis, scatenando un processo naturale che serve alla postura “olistica” dell’edificio. Il silenzio vicino cerca di indagare la questione dell’ascolto e dell’aura: porsi in ascolto dei luoghi e delle opere per restituire una geografia di gesti che articola il palazzo partendo dagli spazi sotterranei; allo stesso tempo sentirsi toccati dall’aura che ancora emana il luogo per essere restituita attraverso tre coreografie sul senso dello spazio e il suo farsi silenzioso e amico. Per una settimana il Palazzo sarà abitato e frequentato da verifiche e prove, studi sul corpo e nella scoperta degli spazi che dalle aperture esterne, d’aggetto sulla città porteranno a camminamenti nei sotterranei fino ai ...
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Presso lo Studio Mjras di Urbino la magia della danza di un padre con la figlia
Nello spazio dello Studio Mjras della città di Urbino, verrà suggellato con la danza lo straordinario legame tra padre e figlia. Danzeranno insieme Mara Cassiani, tra l’altro in dolce attesa, insieme al padre Gaetano. Ad aprire la serata sarà Silvia Cuppini, storica dell’arte dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, che terrà una conferenza dal titolo Quando balli disegni, a cui farà seguito la performance Daddy’n me studio per Today is ok, Dad, danzata appunto da Mara e Gaetano Cassiani. Un padre e sua figlia sono i soggetti su cui nasce questo pezzo, un uomo di 67 anni e una ragazza incinta, entrambi accomunati da una condizione fisica che li limita nel movimento. I loro limiti nel movimento delineano un territorio, su cui nasce e cresce la coreografia. “Dad – scrive Mara Cassiani nelle note allo spettacolo – non è un lavoro su un conflitto generazionale ma un semplice dialogo tra padre e figlia, il loro rapporto, il loro mutuo sostegno. Un dialogo, in cui un corpo insegna la propria grammatica ad a un altro e in cui la danza diventa un linguaggio comune. Il corpo diventa un luogo prezioso e da non forzare, esprime matericità e sembra diventare denso. ...
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