Se il calendario della danza fosse come quello cinese, e anziché con un numero lo identificassimo con un nome, il 2015 probabilmente corrisponderebbe all’ “anno dei grandi amori tragici”. O l’ “anno di Tristano e Isotta”, se preferite. A gennaio abbiamo visto la prima rappresentazione assoluta a Firenze della coreografia Tristano e Isotta di Giorgio Mancini con Mathieu Ganio e Dorothée Gilbert, ispirata alle parole di Isotta “naufragare, annegare inconsapevole”, tradotte nella messa in scena da un’atmosfera notturna e in una creazione che ripercorre sogni e passioni, fino al binomio amore e morte. A febbraio un’altra messa in scena: Tristan+Isolde, un balletto in due atti in prima mondiale al Teatro dell’Opera di Dresda, per la coreografia di David Dawson, che non sceglie la musica di Wagner ma una nuova composizione originale di Szymon Brzoska, che accompagni con la sua carica emotiva il linguaggio espressivo ed elegante del coreografo inglese, ormai alla seconda creazione originale per la compagnia, dopo la Giselle realizzata durante la prima residenza coreografica a Dresda. La scelta cade quindi sulla storia d’amore più antica della tradizione europea, o meglio celtica, che unisce in un tragico amore la principessa Isotta (o Isolde appunto) e il giovane cavaliere Tristano, ...
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