Un buco di 10 milioni di euro sul solo esercizio 2013, il patrimonio netto negativo per 9,6 milioni e i debiti lordi giunti a 38 milioni. E’ la situazione finanziaria drammatica del Teatro dell’Opera, illustrata oggi in conferenza stampa dal nuovo sovrintendente dell’ente lirico, Carlo Fuortes.
”Abbiamo una perdita di circa 10 milioni di euro solo per il 2013”, ha confermato Fuortes, precisando che si tratta di ”dati preconsuntivi, suscettibili di modifiche sul versante dei costi, mentre è più difficile che cambino a livello di ricavi perché gli introiti 2013 della biglietteria sono ormai definitivi e i contributi sono stati erogati”. Il valore della produzione, tra ricavi (10,5 mln) e contributi pubblici (41,4 mln) ammonta a 51,9 milioni, contro i quasi 61,8 milioni di costi (di cui circa 40 mln solo per il personale).
”Una situazione gravissima” ha detto Fuortes, tuttavia ”ottimista e abbastanza certo che entro l’anno potremo azzerare l’indebitamento e riportare in equilibrio il bilancio”. Questo avverrebbe anche grazie all’accesso alla legge Bray, ”che consente di sostenere gli enti lirici in difficoltà: abbiamo gia chiesto un finanziamento di 5 milioni di euro di anticipi sul 2013, ma entro il 9 febbraio dovremo presentare un piano triennale per accedere ai benefici della legge con l’accordo delle principali organizzazioni sindacali. L’alternativa prevista dalle stesse norme è la liquidazione coatta”. Per la concessione dei fondi la legge Bray obbliga a ”riportare l’esercizio in pareggio, ristrutturare la pianta organica e riformulare il contratto integrativo che si intende decaduto”, ha spiegato il sovrintendente, precisando che ”la pianta organica e il contratto integrativo vanno ripensati per aumentare la produttività, perché non sono più possibili finanziamenti a copertura del deficit ma la legge li vincola a produttività, qualità delle produzioni e capacità di diversificare le fonti di entrata”.
Secondo Fuortes, ”è interesse di tutti arrivare a una soluzione definitiva sulla parte economica e organizzativa” anche senza tagli drastici al personale: ”in teoria – ha concluso – non è previsto l’obbligo di diminuire né organico né il livello degli integrativi, purché si riesca a riportare in equilibrio i bilanci”.
Sara Zuccari
Direttore www.giornaledelladanza.com