La dodicesima edizione di Terreni Creativi Festival presenta, dal 4 al 7 agosto, nelle aziende agricole dell’entroterra ingauno, un programma di spettacoli di teatro, danza, musica, con alcuni dei più interessanti artisti della scena contemporanea: Quotidiana.Com, Daniele Ninnarello, Alessandro Berti, Marco De Agostin, Francesca Foscarini, Nina’s Drag Queen, Bartolini /Baronio, Bluemotion e Francesca Sarteanesi
Terreni Creativi Festival dedica una personale a Daniele Ninarello. Tre giornate, dal 4 al 6 agosto 2021, che vedranno in scena ad Albenga altrettanti lavori creati da Ninarello in questi ultimi 5 anni: Kudoku (2016), Pastorale (2019) e Nobody Nobody Nobody it’s ok not to be ok – Primo Studio (2021).
I lavori presentati, vanno infatti dal 2016, anno in cui Kudoku debutta alla Biennale di Venezia insieme al compositore Dan Kinzelman, ad oggi, e rappresentano uno spazio tempo in cui l’artista si dedica maggiormente alla composizione coreografica a partire da specifiche pratiche anatomiche, interrogando costantemente lo spazio della relazione in cui esercitare reciprocità, derivazione, alleanza e resistenza.
«L’intenzione dei lavori presentati è quella di contattare lo spazio della coscienza collettiva addentrandosi intuitivamente nelle modalità che il corpo suggerisce di fronte a problemi e tematiche che ritornano costantemente nei miei lavori, come il disorientamento del corpo quando slegato dall’ambiente in cui è immerso, la caduta come atto di fede e di creazione, l’unisono come un desiderio che i corpi inseguono ininterrottamente nel loro vagare, la vulnerabilità come atto rivoluzionario che dà voce alla protesta del corpo, e il corpo vivo come gesto rivoluzionario senza tempo» spiega Daniele Ninarello.
Questa personale si apre il 4 agosto con Kudoku, una produzione a debuttato nel 2016 durante la Biennale Danza 10. Selezionato dalla rete Aerowaves e dalla N.I.D. Platform 2017, Kudoku ha effettuato un tour internazionale in questi anni. Con musiche curate dal musicista americano Dan Kinzelman, che affiancherà Daniele Ninarello nella performance, la pièce è «un dialogo dove lo spazio diventa luogo in cui esercitare e trasfigurare il corpo, sonoro e fisico, la sua precarietà, la sua impermanenza, la fatica della resistenza».
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