Il giornaledelladanza.com lancia una nuova iniziativa a favore della promozione della danza: “Danza: chi, come, perché?”, una nuova rubrica curata dal noto critico di danza Vittoria Ottolenghi, che ogni quindici giorni risponderà alle più interessanti domande poste dai lettori su temi di interesse artistico e sociale relativi all’arte coreutica. Un momento di incontro e di scambio costruttivo con una personalità del mondo della danza, con alle spalle un bagaglio culturale. Un’iniziativa importante che contribuirà, presumibilmente, alla conoscenza e alla diffusione della danza teatrale.
Secondo Lei qual è la più grande eredità lasciata dai maestri del passato alla danza dei giorni nostri?
Franco da Milano
È impossibile rispondere devotamente – ci perdoni il cortese lettore la franchezza del nostro commento – a una domanda come questa. Tuttavia ci proverò, in via del tutto amichevole. Le dirò che la danza è un’arte (Le dice niente il nome di Tersicore?). Pertanto, la danza di oggi esprime l’eredità di un passato millenario e, insieme, la meravigliosa avventura di un infinità di possibili sviluppi.
Vittoria Ottolenghi
Cosa ne pensa del fatto che in ogni città d’Italia continuino a sorgere scuole di danza private senza alcuna regolamentazione?
Raffaele da Como
E quindi: Chi dovrebbe decidere sulla liceità dell’insegnamento della danza? La danza è un’arte e non si insegna. La si scopre e/o la si inventa.
Vittoria Ottolenghi
Qual è stato il momento più importante della Sua carriera così lunga e ricca di eventi significativi?
Elisa da Roma
La nascita e lo sviluppo costante del rapporto di amicizia fraterna con Rudolf Nureyev.
Vittoria Ottolenghi