“Danza,la più effimera delle arti. La più preziosa. Perchè quando è finita,è finita per sempre. E ne resta soltanto una luce abbagliante nella memoria.”
Vittoria Ottolenghi, signora della critica della danza, definsice cosi quest’arte.
Ed è proprio questo il tema del libro intitolato Ricordanze:memoria in movimento e coreografie del tempo (Utet università) ,a cura di Franco Suzanne e Marina Nordera e in vendita dal mese di dicembre. Frutto della collaborazione di più autori, esperti di danza,esso analizza a fondo il complesso rapporto fra danza e memoria.
La danza è un’arte effimera e in quanto tale, l’unica traccia che lascia di sè, dopo la sua esecuzione, è il ricordo. Un ricordo indelebile,fonte di grandi emozioni. Un ricordo che mai tornerà a ripetersi e l’unico luogo ,in cui indugia , è la memoria.
La danza è un’arte sfuggente,che non può essere trattenuta, perchè bisogna coglierla nell’istante giusto, per poi lasciarla andare.
Come un quadro dipinto con la sabbia,cosi è la danza. Appare e poi svanisce,rendendosi eterna nei pensieri e nella memoria.
Antonia Nedelcu