
La danza come linguaggio universale, il corpo come veicolo di memoria e trasformazione.
Dopo oltre vent’anni, il Dance Theatre of Harlem (DTH) riporta sul palcoscenico della Detroit Opera House il suo capolavoro più iconico: Firebird, l’Uccello di fuoco, simbolo di rinascita e libertà.
Fondata nel 1969 dal visionario Arthur Mitchell, primo ballerino afroamericano del New York City Ballet, la compagnia è da sempre sinonimo di inclusione, eccellenza tecnica e identità culturale. Nata nel cuore di Harlem, in un’epoca segnata dalle tensioni razziali, DTH trasformò la danza classica in un atto di resistenza e bellezza condivisa.
Il pubblico di Detroit assisterà a un programma composito, capace di attraversare stili e linguaggi.
In scena, opere di Robert Garland (Nyman String Quartet No. 2), Jodie Gates (Passage of Being) e Robert Bondara (Take Me With You), tutte accomunate da una ricerca sul gesto come ponte tra discipline, generazioni e culture.
Il momento più atteso sarà però il ritorno di Firebird, nella coreografia firmata da John Taras e originariamente creata per la compagnia nel 1982. Con la musica travolgente di Igor Stravinskij, il balletto racconta la storia mitica di una creatura magica che libera l’umanità dalle tenebre.
Per DTH, Firebird non è solo una favola russa: è una metafora del potere emancipatore dell’arte, della capacità del movimento di abbattere confini e pregiudizi.
Come afferma la direttrice artistica Virginia Johnson, “Il nostro scopo è ispirare attraverso l’esempio. Vogliamo che ogni giovane capisca che il balletto non appartiene a una sola cultura, ma all’umanità intera.”
La città di Detroit, simbolo di resilienza e rinnovamento, diventa così lo scenario ideale per ospitare la compagnia che più di ogni altra incarna questi valori.
Le due serate del 15 e 16 novembre 2025 promettono emozione, virtuosismo e una riflessione profonda sulla capacità della danza di raccontare la storia del mondo attraverso il corpo.
Con Firebird, il Dance Theatre of Harlem riafferma la sua missione: rendere la danza un territorio aperto, vitale e profondamente umano.
In un mondo che cerca ancora di abbattere barriere, la compagnia ci ricorda che il vero potere del balletto è quello di far volare l’anima.
Michele Olivieri
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