(Intervista del 20 agosto 2010)
Una vita dedicata alla danza, se dovesse fare un bilancio?
Positivo! Tra bene e male, penso sia stata una buona scelta.
Perché ama la danza?
Non lo so. Credo, dopo tanti anni, che la danza abbia scelto me! Ed io, forse, l’ho scelta perché mi ricordava l’amore. Perché come l’amore coinvolge il corpo e la mente, con tutte le sue sfaccettature, emozioni e sentimenti.
Lei più volte ha sottolineato che non ha mai studiato danza . Come è entrata la danza nella sua vita?
In maniera casuale, cercavo lavoro e Sandro d’Amico, capo-redattore dell’Enciclopedia dello Spettacolo, mi disse che avevano bisogno di qualcuno che scrivesse di danza e balletto… io sino ad allora non avevo mai visto un balletto in vita mia. All’inizio ero spaventata; poi ho iniziato a leggere tutto quello che potevo. Ho divorato libri e libri di danza e mi sono lanciata. In breve tempo ho capito che quest’arte stava diventando la mia ragione di vita. Perché? Perché la danza è effimera: quando finisce è finita, rimane nei pensieri e nella memoria della gente. Non si ripone su uno scaffale: per questo non ne ho potuto più fare a meno di questo mondo straordinario.
Talento a parte, come si diventa Vittoria Ottolenghi?
Io sono “Vittoria”… grazie a mio padre e a mia madre, due genitori stupendi. Da mio padre, romano, ho preso la costanza, il sacrificio per il lavoro e l’amore per la vita; mentre l’estro l’ho ereditato da mia madre… una donna molto colta e di buon umore. Basti dire che era di Viareggio.
Quali sono stati i momenti più felici e più critici della sua fortunata carriera?
Felici veramente tanti. Ho scelto un lavoro così bello, pieno di emozioni, un vero dono degli dei. Quando ti pagano per fare qualcosa che ti piace molto si è privilegiati e per me la danza è stato questo. Andare a vedere gli spettacoli, organizzare festival, essere a contatto tutti i giorni della mia vita con grandi artisti è stata per me una vera fortuna. Che ancora oggi mi riempie di gioia!
Lei ha avuto un bellissimo ed intimo rapporto con il più grande ballerino di tutti i tempi, Rudolf Nureyev. Che ricordo ne ha?
Veramente quello di aver perduto un fratello minore. Era più giovane di me, aveva quattordici anni di meno… ma era “più grande”, possedeva un intelligenza fuori dal comune: per diventare il più grande danzatore di tutti i tempi, oltre alla tecnica, bisogna avere una intelligenza più grande di quella degli altri. E Rudolf la possedeva!
È stata una tra le prime ad utilizzare lo strumento della televisione per la danza. Ricordiamo la sua “Maratona ” in onda su Rai Uno. Oggi, se dovesse fare un bilancio della sua vita professionale, quale sarebbe?
Quello di cui più mi vanto nella mia vita è di aver realizzato per anni la mia “Maratona d’ Estate – Rassegna Internazionale di Danza”. Ho utilizzato il mezzo televisivo per far entrare la danza nelle case degli italiani e ho dato la possibilità a molti artisti di farsi conoscere, apprezzare e diventare grandi stelle. La mia soddisfazione maggiore è quando qualcuno mi dice: mi sono appassionata alla danza perché guardavo in onda su Rai – Uno Tv la sua “Maratona ”.
Critico di successo a parte, chi è veramente Vittoria?
Una persona per bene, che ha svolto il suo lavoro sempre in modo professionale e corretto. Una donna che ha vissuto sempre in prima persona che ha scritto e organizzato.
Quali sono i segreti del Suo successo?
Sono fiera di essere sempre stata consapevole della mia pochezza. Mi spiego: il critico non è e non deve essere un giudice. Chi crede che la figura del critico sia pari o più importante delle grandi stelle della danza, si sbaglia!!! Il critico è soltanto un “tramite” che serve ad avvicinare lo spettatore al palcoscenico, e che riesce a far rivivere in poche righe l’incanto della danza teatrale
La danza è sicuramente cambiata? Cosa pensa Lei riguardo alla sua situazione attuale?
Io penso bene… Ogni tempo ha il suo modo di agire, di vedere le cose e il suo gusto. Non c’è una danza migliore o peggiore. Forse dalle cose meno belle si può imparare di più! L’intelligenza nella danza si attua quando un lavoro rimane nel tempo popolare e un evergreen. Questo è il successo!
Quali consigli vorrebbe dare ai giovani che vogliono intraprendere la carriera nel mondo della danza?
Di buttarsi nei progetti, di avere fiducia in se stessi, di fare cose belle, ma sempre con professionalità e lealtà.
Lunedì 21 verrà inaugurato www.giornaledelladanza.com, quale augurio si sente di dare a questa nuova iniziativa?
Di non essere mai mossi da un interesse, ma dalla passione. Ma anche di lasciarsi alle spalle gusti personali ed essere obbiettivi. Insomma, di ripartire da zero, mettendosi a nudo, in qualche modo. Sono sicura che Internet, così come la televisione, sia uno strumento straordinario se si usa con intelligenza. E la danza ha bisogno di questi mezzi – vogliamo chiamarli “media” pronunciato all’inglese… Auguri!
Sara Zuccari
Direttore del giornaledelladanza.com