È il quarto classificato dell’edizione 2012 del talent show Amici di Maria De Filippi. Nato a Torino ha iniziato a muovere i primi passi nella danza per strada e nella celebre trasmissione ha invece imparato a studiare con insegnanti professionisti, a conoscere quanto sia importante lo studio della tecnica e a coltivare un sogno, quello di diventare coreografo. L’intervista a Jonathan Gerlo.
Un bilancio della tua esperienza ad Amici
Mi considero molto soddisfatto della mia esperienza in trasmissione e sono contentissimo del percorso che ho intrapreso all’interno della scuola. Rispetto ai miei compagni per me è stato forse un po’ più difficile perché sono entrato a far parte del programma in una fase molto delicata che è quella in cui si effettua una scrematura per scegliere quali allievi far partecipare alla fase finale del talent. Sinceramente non pensavo di arrivare fin dove sono arrivato, l’aver potuto accedere al serale della trasmissione mi ha molto motivato ed aver raggiunto il quarto posto nella categoria danza è una grande soddisfazione.
Il ricordo più bello legato a questa esperienza
Le cose che tengo nel cuore e ricordo con più piacere sono le lezioni a scuola. Ho instaurato un bellissimo rapporto con i coreografi che mi portavano sempre ad esprimere me stesso al massimo delle mie capacità. Poi ovviamente i miei ricordi sono legati ai miei compagni con cui ho vissuto a stretto contatto per molto tempo.
Secondo te chi dovrebbe essere il vincitore della categoria danza?
Mi piacerebbe molto che vincesse Giuseppe perché lui rappresenta il mio mondo, la danza che faccio anch’io, certo non posso però negare il grande talento di Francesca, ballerina classica. Per cui diciamo che per la vittoria penso a loro due, sono entrambi bravi e meritevoli.
Il tuo modo di ballare è caratterizzato da una particolare gestualità
In effetti il mio modo di muovermi è quello che mi ha messo in evidenza. Questo tipo di gestualità si chiama Finger Tutting che è uno stile di danza interpretativa che consiste nell’abilità di un ballerino di ricreare figure geometriche. Per quanto riguarda invece l’espressività stile humor che utilizzavo nelle mie coreografie si tratta di una cosa che ho scoperto all’interno della scuola. È stato il coreografo Daniele Baldi a farmi scoprire un lato di me autoironico che non sapevo di avere.
Quando hai iniziato a studiare danza?
In realtà ho cominciato ad acquisire la consapevolezza dello studio della danza proprio all’interno di Amici. Prima di questa esperienza mi sono formato da autodidatta e quindi la consapevolezza dei miei movimenti era data da quello che riuscivo a percepire da solo. In trasmissione è stato sfruttato proprio questo mio lato istintivo, riportandolo sulle coreografie che dovevo eseguire cercando di rendere il tutto speciale e nuovo.
Che progetti hai per il futuro?
Intanto mi sono preso una settimana di riposo perché penso di meritarmela. Dopo penso di riprendere immediatamente lo studio della danza e spero di poter partecipare a molti eventi in cui potrò insegnare anche agli altri il mio stile e le cose che ho imparato. Mi ritengo un ragazzo molto creativo, sperò di poter mettere in atto questa mia dote, mi piacerebbe molto poter coreografare anche se sono cosciente che la strada da percorrere per arrivare a questo è ancora molto lunga.
Ti è stato spesso rimproverato di non avere sufficiente tecnica
Si esatto, non ho abbastanza tecnica e nemmeno grande presenza scenica, questo mi è stato detto. Tuttavia ho sempre lavorato e lottato per dimostrare il contrario. Certamente se tornassi indietro inizierei con lo studiare anche la danza classica, pur essendo questa molto lontana dal mio mondo, resta però il fatto che lo stile classico aiuta ad avere una grande consapevolezza fisica che in qualsiasi stile di danza è fondamentale. È anche vero però che non cambierei il mio percorso di danza, lo stile che faccio mi piace, mi rappresenta, e se sono arrivato oggi ad avere qualche piccola soddisfazione è grazie alla danza che ho sempre fatto.
Che rapporto hai avuto col tuo insegnante Luciano Cannito?
Un rapporto ottimo. Lo ringrazio per aver creduto in me, per aver avuto una larghezza di vedute che nonostante la sua appartenenza al mondo classico gli ha fatto apprezzare la danza che faccio io. Io e Giuseppe, anche lui allievo del maestro Cannito, abbiamo avuto con lui un rapporto quasi padre/figlio, ci ha preso per mano, difesi e portati avanti in questo percorso.
Alessandro Di Giacomo