Omaggio a Rota, la produzione di balletto della Fondazione Arena di Verona, sarà ospite dell’Estate Teatrale Veronese 2012 al Teatro Romano per due serate giovedì 16 e sabato 18 agosto alle ore 21, étoiles ospiti Giuseppe Picone e Alejandro Parente.
Omaggio a Rota, trittico coreutico dedicato al compositore nel Centenario della nascita, porta la firma della Direttrice del Corpo di ballo dell’Arena di Verona Maria Grazia Garofoli: Le Molière imaginaire (suite), Romeo e Giulietta (estratti orchestrati ed arrangiati dal M° Francia) e La Strada (suite). Dirige l’Orchestra areniana il Maestro Marcello Rota, fra i più apprezzati interpreti del repertorio di Nino Rota. Il Corpo di ballo dell’Arena di Verona si esibisce a fianco delle étoiles Giuseppe Picone e Alejandro Parente impegnati nei ruoli principali.
Per omaggiare Rota sono state scelte le sue due più celebri musiche espressamente create per la danza: Le Molière imaginaire e La strada.
Nino Rota ha composto la partitura de Le Molière imaginaire nel 1976 su progetto del coreografo Maurice Béjart per celebrare i 300 anni dalla morte del commediografo francese. Ne è risultato uno spaccato della vita e del teatro di Molière, una “biographie onirique”, per dirla alla Béjart. Il balletto ripercorre la continua lotta di Molière all’impostura, all’ipocrisia impersonata da notabili e dame di corte, in difesa del suo amore per la natura, la libertà, la felicità, rappresentata dal Teatro e dalle figure femminili di Madeleine e Armande Béjart, e dalla marchesa Thérese Du Parc. Come ricorda Maria Grazia Garofoli, Natura e impostura sono le parole più ricorrenti, in antitesi tra loro, nei testi di Molière.
Il balletto de La strada è andato in scena per la prima volta alla Scala il 2 settembre 1966, dodici anni dopo l’uscita del film felliniano. L’Italia centrale all’indomani della Seconda Guerra Mondiale fa da scena alla cruda vicenda di Gelsomina impersonata da Alessia Gelmetti e Zampanò da Alejandro Parente, coppia di artisti girovaghi che si guadagna a stento da vivere. Nel ruolo del Matto danzerà Antonio Russo.
La strada sarà in versione suite, con la coreografia meno neorealista e più intimista, dove le emozioni si distaccano dal contesto di povertà e miseria per farsi vero motore dell’azione: «Ora quel luogo di fame e disperazione non è più lì, è da un’altra parte, è da tante parti. Ma è la stessa cosa. Sono le storie di sempre».
Infine la partitura di Romeo e Giulietta, composta per il film di Zeffirelli del 1968: «Non c’è in Rota – come afferma la Garofoli – il descrittivismo millimetrico di Prokof’ev. Né la drammaticità di Berlioz. E neppure ci sono il fragore e il senso cosmico, quasi estraniante, con cui Čajkovskij racconta la vicenda dei due giovani amanti veronesi. C’è nella colonna sonora di Rota per il film di Zeffirelli quel qualcosa che nasce dal profondo del cuore, da dentro, che sa farti gioire e un attimo dopo piangere». La coreografia proposta in Omaggio a Rota guarda ancora al binomio molieriano natura e impostura, dove la natura sono i due giovani amanti Romeo Giuseppe Picone e Giulietta Amaya Ugarteche e l’impostura sono le famiglie di Verona che pensano solo ai propri interessi, sottolineando l’alleanza subdola tra Paride e i genitori di Giulietta.
Un trittico tutto italiano che vede nella figura del viaggiatore l’elemento di congiunzione tra i quadri, come una sorta di deus ex machina. Il personaggio interpretato da Roberto Spanò spiega Maria Grazia Garofoli, rappresenta qualcosa che unisce le tre vicende: «quella dell’artista osteggiato dal mondo (Molière), quella dell’amore sincero mal visto da genitori ottusi che hanno in mente solo il “buon partito” (Romeo e Giulietta) e quella fiabesca di esseri umani dal cuore puro (La strada) che hanno il candore di certi personaggi di Cesare Zavattini tipo Totò il buono. Ho così pensato a “un viaggiatore”. È lui il trait d’union. Ovviamente è un simbolo. Non è comunque il destino. Né il demiurgo che poi sarebbe la Morte. Di sicuro è qualcuno che sta sopra le vicende degli umani e potendo dà anche una mano a chi ne ha bisogno come avviene nelle fiabe a lieto fine».
La scenografia è firmata da Flavio Arbetti e rappresenta una sorta di magazzino della mente, proiezione dell’anima di Rota-compositore all’interno dei tre quadri. Nella sua asimmetria suggerisce allo spettatore di superare la realtà narrativa per cogliere le emozioni recondite, liberare la mente ed aprirsi alla riflessione. Gli specchi via via svaniscono e lasciano il posto a molteplici suggestioni: dapprima il grande volto bendato de Le Molière imaginaire, alter ego del viaggiatore, il tessitore della trama, accompagnato da proiezioni della natura che rimandano agli elementi primari dell’acqua (la cascata) e del fuoco (i raggi del sole). Poi appaiono i soldati del Romeo e Giulietta, a rappresentare la lotta violenta tra Montecchi e Capuleti, accostati alla croce, simbolo della fede e dell’amore eterno che culmina nel matrimonio e quindi nella morte; l’elemento naturale è l’aria, simboleggiata da un cielo cangiante. Infine furgone ed elefanti rievocano il circo come visione e miraggio ne La strada: domina la terra, campo fiorito prima e landa arida poi, che sul finale sa restituire un solo fiore rosso, emblema di speranza e di rinascita.
Informazioni
Biglietti da 15 a 28 euro
Biglietteria
Call center 045 8005151 – www.arena.it
Sara Zuccari
Direttore www.giornaledelladanza.com