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Bella Ratchinskaja: “Per me danza e vita sono la stessa cosa”

 Bella Ratchinskaja è diplomata con il massimo dei voti all’Accademia Vagonova di S. Pietroburgo, è stata solista presso la Compagnia diretta da Leonid Yakobson, oggi è insegnante ospite nelle maggiori Accademie di tutto il mondo: Scala di Milano, Sarasota (Usa) Madrid Ballet, Compagnia di Victor Ullate, Hungarian State Opera House, Staats Opera di Vienna. Le sue lezioni sono sintesi perfetta di uno stile impeccabile dell’impronta sovietica e una raffinata qualità unica nel suo genere. I suoi seminari e  insegnanti riscuotono sempre un notevole successo.

 Come nasce la passione per la danza?

 Mia madre mi ha sempre detto che ho iniziato a ballare nella sua pancia prima di nascere. Se non avessi fatto la danza,  non saprei cos’altro avrei potuto fare: è la mia vita! C’è da considerare un fatto molto importante,  ho avuto la fortuna di studiare da subito in una grande scuola, in una scuola professionale, l’Accademia  Vaganova di S. Pietroburgo, dove sono entrata all’età di quattordici anni. Questa esperienza didattica all’interno dell’accademia è stata per me tutto. Infatti, tutta la mia carriera la devo alla  formazione rigida e di grande lavoro che ho ricevuto.

Della sua famiglia, chi le è stato più vicino nella sua scelta di fare la ballerina?

 Mamma e papà non hanno mai avuto nulla in contrario sul fatto che io facessi danza, mia sorella è stata invece fondamentale perché ha creduto in me sempre e mi ha molto sostenuta, è stata proprio lei che mi ha portata a S. Pietroburgo.

C’è stato un Maestro fondamentale per la sua carriera?

Si Leonid Yakobson, che mi ha portata con lui presso la Compagnia di Leningrado “Choreographical Miniatures”, mi ha fatta diventare prima solista e poi prima ballerina. A lui devo tutto, tutta la mia carriera.

 Come continua la sua carriera?

 Dal 1972 al 1976 sono prima ballerina presso la Compagnia di Leningrado “Choreographical Miniatures”, sotto la direzione di Leonid Yakobson. Dal 1978 al 1989 torno come docente di danza presso l’Accademia Vaganova, il teatro Kirov Marinskj e l’Opera House di S.Pietroburgo. Nel 1990 vengo chiamata come insegnante di danza classica per il corso di  maître di balletto, presso il Teatro dell’Opera “La Scala” di Milano e divento anche ripetitore di repertorio della Compagnia. Dal 2000 sono responsabile delle prove ed allenamenti all’Opera di Vienna ed insegno danza classica e repertorio presso la scuola di danza dell’Opera di Vienna.

Oggi è un richiestissimo maître de ballet?

No! Faccio solo il mio lavoro con onesta e grande professionalità. Vengo chiamata spesso in numerose compagnie quali: S.Pietroburgo – Milano – Sarasota(Usa) – Compagnia di Madrid Ballet Victor Ullate – Teatro dell’Opera Ungherese – Opera di Vienna.

Quanto è importante per lei la musica?

 Più della danza! Per me viene prima la musica  e poi la danza. Se non si conosce a fondo la musica non si potrà mai essere un buon danzatore e di conseguenza un bravo maestro.

Il suo balletto preferito?

 Sono tutti meravigliosi, non saprei scegliere, ognuno di loro racchiude una personalità, una storia, uno stile. Adoro i balletti di repertorio, li conosco alla perfezione ed ogni volta che li guardo mi sembrano sempre uno più bello dell’altro. Non saprei proprio…

Che cos’è la danza per lei?

 La vita! Per me danza e vita sono la stessa cosa. La danza è stata ed è la mia migliore amica: senza danza sarei morta.

Progetti per il futuro?

 Ora sono a Vienna e sto rimontando il balletto “Cipollino”, poi sto lavorando per un gala in omaggio al grande Rudolf Nureyev. E poi in base agli impegni forse sarò alla Settimana Internazionale della Danza di Spoleto.

 Cosa vorresti dalla danza?

 Mi piacerebbe che i nostri artisti avessero più spazio per esporre i loro sentimenti in scena, la danza per un’ artista è vita e questa crisi sta uccidendo i danzatori. Non riescono più ad esprimere quello che sono in scena. La scena è importante quanto l’acqua per i fiori, altrimenti appassirebbero! Vorrei questo, nulla di più.

Cosa pensa della nuova generazione della danza?

 I tempi sono duri, ma tra di loro ci sono significativi e interessanti fermenti. Sicuramente hanno più possibilità dei miei tempi e questo può essere un bene e un male. Un bene se si scelgono le strade giuste, un male perché ormai è un mondo dispersivo. Comunque ci sono molti giovani studiosi, dediti al lavoro e con le idee molto chiare.

Sara Zuccari

Direttore www.giornaledelladanza.com

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