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“Danza chi, come e perché?” – La posta di Anna Maria Prina

 

La posta di Anna Maria Prina

Ho appreso proprio in questi giorni la notizia della chiusura del Corpo di Ballo del Maggiodanza. Un altro ente lirico italiano chiuso, cosa ne pensa lei che è stata per trent’anni in una realtà simile?

(Paolo da Cagliari)

Caro Paolo,

la notizia relativa alla chiusura del Maggiodanza è inquietante. Molte personalità della cultura, Corpi di ballo, direttori di Compagnia e singoli danzatori si sono attivati per chiedere l’attenzione dei politici e la possibilità di riconsiderare la decisione del commissario Bianchi. E’ recente la risposta del Sindaco di Firenze sul Maggio fiorentino che lo definisce  “un atleta che deve dimagrire”. Posta in questi termini sembra una questione di quantità e non di qualità (che comunque viene riconosciuta anche al  MaggioDanza) e nella dieta, ancora una volta, sono i ballerini a “pagare” per far rimanere attivi orchestra e coro. D’altronde mi pare che la tendenza odierna sia quella di abolire i Corpi di ballo, già avvenuto in passato e recentemente, e di diminuire gli organici. La triste realtà è che queste Istituzioni e Fondazioni ex Enti lirici hanno, da sempre, mal sopportato l’esistenza del Ballo. Infatti Fondazioni come il Teatro alla Scala sono Teatri d’opera…e di balletto. Alla Scala questa definizione è stata attribuita solo da Paolo Grassi nel 1972 che già nel 1948 si lamentava della supremazia dell’opera lirica sul Teatro. La speranza di mantenere in vita il MaggioDanza è molto debole. Penso che sarebbe utile pensare a un intervento esterno di mecenati e/o sponsor oppure la fusione con un’altra Compagnia. Nel 2013 è ancora difficile far comprendere che la Danza è un’arte fondamentale nata con l’uomo e per l’uomo e non è seconda a nessun’altra forma d’Arte. In attesa di sviluppi della situazione, esprimiamo i nostri più sentiti auguri alla Compagnia e al Direttore.

Cara Signora Prina, sono Silvia e vivo ad Ancona sono una giovane danzatrice appena laureata all’Accademia Nazionale di Danza di Roma  e non riesco a trovare lavoro, che fine faremo noi giovani che abbiamo scelto la strada della danza?

(Silvia da Ancona)

Cara Silvia,

la sua domanda è diventata ormai un tormentone per tutte le categorie di giovani. E certamente la Danza più di ogni altro mestiere è in stato di sofferenza perché da molti ritenuta inutile e superflua. Il valore educativo e formativo della Danza non viene compreso, riconosciuto né tantomeno condiviso da molti, persone insensibili e poco colte. La Danza fa’ parte del nostro bagaglio culturale e artistico che, ahimé, oggi viene troppo facilmente accantonato per ignoranza. Proprio dal verbo ignorare=non sapere. Tornando alla situazione, penso che chi ha conseguito la Laurea in Accademia dovrebbe idealmente danzare in una Compagnia per qualche anno e solo dopo intraprendere la carriera di Insegnante. Dico questo, senza sapere come lei vede il suo futuro, perché la pratica di palcoscenico è indispensabile per essere buoni docenti. Ovvero, oltre alla parte tecnica, pedagogica e a tutte le altre materie che si sono apprese, occorre possedere un bagaglio artistico che ci metta in condizione di finalizzare l’insegnamento alla esibizione in palcoscenico. Certo, per trovare una Compagnia è necessario darsi da fare cercando di presentarsi ad audizioni in tutto il mondo. Al giorno d’oggi non si può più rimanere legati alla propria città o Paese d’origine, ma bisogna viaggiare per conoscere e farsi conoscere. Mi rendo conto che questo ha un costo, ma per riuscire nella vita bisogna investire! In bocca al lupo.

Gentile Signora Prina sono una Fan di Rudolf Nureyev, Lei lo ha conosciuto? Mi racconterebbe qualcosa in più di questo grande artista?

(Ginevra Sorrento)

Cara Ginevra,

certo ho conosciuto Rudolf Nureev e lavorato con lui sia come ballerina sia da Direttrice della Scuola di ballo della Scala. Apprezzo ogni giorno di più il “personaggio Nureev” che è unico e irripetibile con la sua straordinaria personalità ed energia. Quando entrava in scena galvanizzava il pubblico. Pur non avendo un fisico del tutto adatto alla Danza, con la sua volontà, determinazione e caparbietà ha lavorato senza sosta per divenire il mito che è oggi. Parecchi anni fa parlai con la sua massaggiatrice di San Pietroburgo che mi confermava il fatto che Nureev avesse una muscolatura piuttosto corta e contratta e spesso doveva ricorrere al suo aiuto per poter continuare a danzare. Infatti egli aveva bisogno di tantissimo riscaldamento prima di prove e spettacoli, che effettuava in un angolo della sala o del palcoscenico facendo una sbarra di oltre un’ ora. Del suo carattere bizzarro è stato scritto molto, ma spesso le sue reazioni, da vero tartaro, erano dovute al fatto che, da grande professionista e lavoratore quale era, pretendeva dagli altri la stessa professionalità e dedizione. In assenza di grande professionalità e precisione si innervosiva e reagiva a volte con troppa foga. Io non ho mai avuto problemi con Nureev che mi stimava proprio per la mia professionalità, ma le racconto un piccolo episodio divertente. A una replica del balletto Schiaccianoci la signora Stahlbaum (interpretata da me) saluta gli ospiti e per ultimo il signor Drosselmeyer (Nureev) che aveva regalato a Clara uno schiaccianoci. Subito dopo il baciamano che Nureev faceva a me per accomiatarsi doveva esserci un breve “buio” durante il quale Drosselmeyer doveva prendere in braccio Clara dormiente (Fracci) e poi continuare il balletto. Dalle quinte dicono che Clara non era pronta, Nureiev si innervosì a tal punto che facendomi il baciamano mi diede un morso. Rimasi un po’ sconvolta e arrabbiata. Avrei voluto protestare, ribellarmi. Ma all’uscita del Teatro incontrai Nureev che con aria candida e sorridente mi disse in russo “ Saporita la tua mano !”. Ridemmo e tutto passò.

 

La posta di Anna Maria Prina

Scrivete a: redazione@giornaledelladanza.com

 

 

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